Regia di Michael Gracey vedi scheda film
Ennesimo biopic, immaturo e troppo ruffiano per poter essere preso sul serio, ma questo si potrebbe dire di tutti i biopic che ci vengono propinati ultimamente. Non c'è un messaggio, c'è semplicemente un format che si sta replicando su tutti gli artisti che abbiamo in giro. Almeno Robbie Williams si autocelebra con ironia.
Ecco l'ennesimo biopic di un artista che ti racconta di non avere una grande preparazione ma si trova ad avere un successo incredibile perché ha la faccia da culo. Ora Robbie Williams tutto sommato mi sta simpatico e quando ha queste sue uscite lo trovo irriverente al punto giusto, ma addirittura farci un film sopra? Piace ai giovani questo film, sicuramente, perché ha un montaggio serrato, moderno, perché è ironico e rappresenta il genio e sregolatezza di Williams, ma quello che lo chiedo è severamente gli artisti devono arrivare ad autocelebrarsi in continuazione. Questa deriva a cui ormai assistiamo da anni di artisti che tra l'altro sono ancora in vita e quindi influenzano oltretutto il biopic stesso secondo me è veramente deleteria. In questo caso Robbie Williams è così intelligente da riuscire a prendere in giro il pubblico stesso dicendogli chiaramente che non solo si è autoprodotto questo film, ma è come se fosse uno spot di se stesso, una sua stessa pubblicità. Inoltre non ci racconta niente di nuovo, l'ennesimo autore dannato, in questo caso anche dai contenuti abbastanza ovvii, che poi ha avuto la fortuna di salvarsi, si ripulisce e racconta al mondo che bisogna vivere con gioia gli amori che si hanno attorno. Una fiaba melensa e ridicola. Oltretutto non ci mostra quanto sia stato non curante di se stesso convinto di dover avere successo e racconta di come il successo lui non l'abbia saputo gestire e questo mi sembra la cosa più ovvia visto che per sua stessa ammissione non c'è una preparazione, uno studio, una fatica dietro il successo che gli piove dal cielo, o almeno questo è quello che passa come messaggio. Che per parlare di successo è sempre molto relativo, parliamo semplicemente di popolarità. Quindi un film dove si vede l'artista che beve, fuma e si droga senza tregua e che finisce nell'ennesimo Club dell'anonima alcolisti a disintossicarsi credo che non sia qualcosa che al cinema mancasse. Quindi se sei un artista e sei geniale porta un messaggio serio, non la banalità dell'autocelebrazione di te stesso e un messaggio in fondo ai titoli di coda dove dici che se stai pensando di suicidarti non sei da solo e puoi chiedere aiuto. Tanto di cappello per averlo scritto, per aver parlato di un problema di salute mentale con onestà senza però essere stato in grado di spiegare perché quel problema esistesse. Immaturo e troppo ruffiano per poter essere preso sul serio, ma questo si potrebbe dire di tutti i biopic che ci vengono propinati ultimamente. Non c'è un messaggio, c'è semplicemente un format che si sta replicando su tutti gli artisti che abbiamo in giro.
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