Regia di Bertrand Bonello vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - CONCORSO
Nel prossimo futuro, precisamente nella Parigi del 2044, l', intelligenza artificiale ha fatto sì che ogni mansione sia stata tolta alla responsabilità umana, colpevole di farsi condizionare dai sentimenti intimi di ogni individuo.
Due personaggi, una donna e un uomo, sentono di conoscersi senza apparentemente essersi mai visti si. Per scoprire tale enigma, la donna decide di sottoporsi ad un procedimento che serve a "ripulire" il proprio DNA dalle emozioni superflue.
Per fare questo la donna rivive le emozioni che derivano dalle sue vite precedenti, ove le connessioni con l'altro individuo vengono perfettamente a galla, e con loro le vicissitudini che caratterizzano storie d'amore intense e passionali gravate da una sfortuna che ne condiziona e compromette gli sviluppi.
Si comincia nel 1910, ovd i due sono membri dell'alta società parigina ai tempi della Belle Epoque, fino a risultare tra le vittime della disastrosa alluvione da straripamento della Senna che devastò Parigi.
Si passa poi alla Los Angeles del 2014, dove la ragazza è un'attrice in erba e lui un ragazzo misogino, complessato dall'incapacità di relazionarsi con l'altro sesso, e pronto ad agire per placare questa sua angoscia che gli cova dentro. Liberamente tratto dalla novella "La bestia della giungla" di Henry James, il gran film di Bertrand Bonello è incentrato sulla circostanza che le emozioni costituiscano un pericoloso ostacolo, quasi un tallone d'Achille, in un futuro ove tutto ciò che non può preventivarsi costituisce in problema. La purificazione pertanto richiede un viaggio nel tempo, che diviene, per la magnifica protagonista, la straordinaria Léa Seydoux, l'occasione per rivivere paure, errori e emozioni imperdibili relative ad esistenze passate.
Ottimo anche l'altro protagonista, George Mackay, anche se il pensiero che la parte era stata pensata per il compianto Gaspard Ulliel, a cui il film è dedicato, provoca una certa sensazione di tristezza. Con La bête ci troviamo dinanzi ad un Bonello quasi lynchano, nel film cult più controverso, scostante, indecifrabile e geniale del concorso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta