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Hit Man - Killer per caso

Regia di Richard Linklater vedi scheda film

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La recensione su Hit Man - Killer per caso

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: HIT MAN - KILLER PER CASO.

Che accoppiata quella formata da Richard Linklater e Glen Powell, hanno scritto un vero e proprio gioiellino di sceneggiatura ispirandosi a un personaggio realmente esistito e che rappresenta quella parte di America nascosta e losca che tanto piace ai Fratelli Coen.

Il Gary Johnson di Hit Man è quanto di più low profile che esista, una persona non solo invisibile ma che nella sua invisibilità ha fatto la sua confort zone.

Professore di Filosofia e Psicologia presso un college a New Orleans all’interno del quale insegna ai suoi studenti la differenza tra Es, Ego e Super-Io (concetti talmente suoi da chiamarci pure i due gatti con cui vive) per arrotondare a fine mese e soprattutto per dare un senso alla sua vita collabora con la polizia mettendo a frutto le sue conoscenze elettrotecniche e operare nel campo delle intercettazioni.

Un evento fortuito lo costringe a cambiare totalmente la sua vita e il suo rapporto con sé stesso.

La sospensione per 120 di un poliziotto infiltrato trasforma l’innocuo Gary in un falso sicario che gente disperata assolda per vendicarsi di una moglie fedifraga, un marito violento, una madre assillante o un socio in affari di troppo.

Paradossalmente tutta la sua conoscenza che insegna agli studenti verrà usata da Gary per studiare il genere umano capace di ingaggiare un professionista che in realtà nella vita non esiste (da vedere la bellissima citazione cinematografica dei migliori killer a pagamento del cinema) e una volta capito chi ha di fronte (occhio che tutto quello che pubblichiamo sui social può venire usato contro di noi) si trasforma come un novello Zelig nel sicario che ogni committente necessita.

Ogni incontro con relativo arresto corredato di foto segnaletica stradivertente si trasforma in un autentico saggio di filosofia umana all’interno del quale un sorprendente Glen Powell gigioneggia che è un piacere.

Fin a quando nella sua vita entra Madison, una giovane donna sposata a un marito violento che ne condiziona tutti gli aspetti della vita e Gary si trasforma in Ron. Sicario tutto d’un pezzo, affascinante e belloccio che riesce a far desistere la donna da ogni proposito bellicoso che si innamora perdutamente di una persona che è molto più pericolosa di quanto sembri come nelle buone regole dei noir tratti da Cain.

Gary e Ron piano piano si trasformano in una conflittuale terza persona che per amore è disposta a violare tutte le regole in cui crede ma che in realtà non vedeva l’ora di emergere dalla vita piatta in cui si era autoimposto.

La bravura di Linklater e Powell è di aver scritto una sceneggiatura perfetta dove il thriller si trasforma in una commedia caustica che non fa sconti per nessuno.

Dove noi stessi spettatori siamo un po' confusi nel vedere e soprattutto accettare una morale senza senso in nome dell’amore.

Ma Hit Man è soprattutto grande cinema. Da vedere per credere il dialogo totalmente inventato al momento dei due amanti diabolici consapevoli di essere ascoltati o l’incontro tra Gary Sicario con il marito della presunta vedova nera.

E quindi un consiglio proprio adesso che l’Italia è stata eliminata dagli europei, andate al cinema a passare due ore da godersi tutto d’un fiato.

Voto 8

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