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Cattiverie a domicilio

Regia di Thea Sharrock vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Cattiverie a domicilio

di Souther78
1 stelle

Film politico e ideologico, a tesi autodimostrante e falsificazione storica a go-go. Risibili i "giornalisti" che tracciano un parallelo tra questa vicenda e gli "haters" da social. Ma l'avranno saputo come finisce la storia? Patetico teatrino che dimostra come fomentare l'odio sociale vada bene, a patto che sia donne vs. uomini e non il contrario.

 
Come spesso accade, al fine di non rovinarmi la sorpresa di un film, guardo sommariamente la scheda di filmtv e il punteggio, e quindi valuto se guardarlo oppure no. Purtroppo è un metodo che tende a essere sempre più "pericoloso": non siamo ai livelli - inarrivabili - di C'è ancora domani della Cortellesi, ma poco ci manca. I due film si assomigliano molto: entrambi sono delle opere di indottrinamento ideologico colme di falsificazioni storiche. Entrambi sono apprezzati/elogiati dalla critica esclusivamente per via del fatto che la critica è, delle due l'una: o fatta di persone con il cervello lavato dai mass-media, o fatta direttamente da "giornalisti" al soldo dei massoni che governano de facto il mondo. La principale differenza tra queste due insulsaggini è che, mentre quello della Cortellesi inizia apparentemente bene, perlomeno offrendo un minimo di intrattenimento, e si rivela "sospetto" solo quando inizia ad affastellare, qua e là gli oramai ubiqui luoghi comuni new woke (maschio bianco = cattivo, maschio nero = buono), per poi tracollare nel finale, invece questo inizia proprio in modo noioso e fin da subito si rivela per essere ideologico. Questa regista, si potrebbe dire, non batte chiodo. Ah già, ma ci accuserebbero di sessismo (si può dire di un uomo ma non di una donna): diciamo, allora, in modo più circospetto, che questa regista è una frustrata, che evidentemente non riuscendo a relazionare correttamente con l'altro sesso, ha finito per accumulare un'ira repressa nei confronti dell'intero genere maschile, con il risultato di aver realizzato un intero film volto ad aizzare le donne contro gli uomini, rappresentando non soltanto palesi falsità storiche, ma attribuendo agli uomini dei comportamenti macchiettistici esasperati e grotteschi.
Aspetta un attimo: ma che accadrebbe se i sessi fossero invertiti, e la parte dei mentecatti prepotenti la facessero le donne?
 
Dal punto di vista cinematografico puro, ammesso che ne esista uno in questo film, la noia regna sovrana, con una prima parte decisamente in sordina e lenta, dei personaggi troppo falsi e inverosimili per destare qualsivoglia interesse o immedesimazione, e una ricostruzione storica troppo artefatta per essere credibile.
 
Scommettiamo che "la critica" non sarebbe altrettanto entusiasta? Ecco, quindi, che si vede perfettamente come questa sottocultura artefatta ha uno scopo precisissimo: aizzare e fomentare le tensioni sociali e i contrasti, dividendo le persone, dietro a pretesti contrapposti. Ma se si è contro la violenza, si è contro la violenza, non contro la violenza *purchè esercitata da alcuni contro altri*. E, allora, chi realizza queste "opere" e chi le avalla si connota irrefutabilmente non già per contestare la discriminazione, bensì per avallare quella a favore di - e contro chi - si ritiene essere migliore/peggiore di quell'altro/a. 
 
Come altri hanno già osservato, non sono soltanto gli atteggiamenti dei personaggi esacerbanti, ma tutte le falsificazioni storiche che vogliono essere la protagonista indiana anzichè inglese (come se in un film su Napoleone, il protagonista fosse cinese), che vedono neri sparsi a caso in un contesto del tutto fuori luogo, etc.
 
Purtroppo il fatto che questa vaccata di dimensioni bibliche sia anche solo vagamente considerata sufficiente dimostra che l'opera di instupidimento collettivo sta funzionando egregiamente, alimentando l'ipocrisia insita nell'essere umano, ma, soprattutto, strumentalizzandone i buoni sentimenti mediante il senso di colpa. Sì, perchè la cosa peggiore è proprio questa: si vuole a tutti i costi far sentire in colpa proprio quelli che sono più sensibili ai mala mundi: le persone che detestano la discriminazione, che sono a favore della solidarietà, che sono contro la tirannide, sono nel mirino del governo massonico sovranazionale, poichè sono le uniche che possono boicottare le loro azioni. E, allora, invece di contrastarle, le pilotano, creando ad arte correnti di pensiero, per poi farsene portabandiera. Ma le loro idee non sono mai "buone". Neppure per quelli che, apparentemente, sono oggetto di tutela da parte loro. Se tu mi dici che chi ha la pelle bianca fa schifo perchè brutto e cattivo, e che chi è nero è una povera vittima, a me, per non saper nè leggere nè scrivere, a parte sembrare poco "zen" come atteggiamento, potrebbe pure star bene. Poi, però, ti accorgi che chi governa il mondo è uomo, bianco, occidentale. Ti accorgi che le sette e le famiglie che governano il mondo sono sempre le stesse (leggasi Rothschild, Rockefeller, reali, logge massoniche, etc.), e allora ti chiedi: come posso credere a questo, se chi me lo dice è quello che ha creato il colonialismo, la schiavitù umana, l'apartheid. Poi, certo, sono anche quelli che finanziano il "cambiamento": Nelson Mandela, le "rivoluzioni colorate", la rivoluzione francese. Perchè? Be', come diceva Tomasi di Lampedusa: "tutto deve cambiare perchè tutto possa restare uguale".
Impariamo a esercitare il senso critico e a non farci ritorcere contro i nostri stessi buoni sentimenti: in fondo non occorre essere scienziati per accorgersi che fomentare discriminazioni non può essere fatto in buona fede.
 
 
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