Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Susanne (Eva Dahlbeck) è una donna annoiata che dirige un laboratorio di moda e crea un pretesto lavorativo per recarsi nella città dove vive Henrik (Ulf Palme), il suo amante, sposato; porta con sè la modella sua dipendente Doris (Harriet Andersson), reduce da una lite con il suo ragazzo, Palle (Sven Lindberg). Una volta in città Susanne incontrerà in un albergo l'uomo ma verranno scoperti dalla moglie (Inga Landgré) di lui e la situazione si farà molto tesa, mentre Doris incontrerà per caso un signore (Gunnar Bjorstrand) con molti anni più di lei che le farà molti regali e la condurrà a casa sua.
'Sogni di donna' possiede la 'colpa' di arrivare cronologicamente dopo molti film che hanno sviscerato in lungo e in largo le difficoltà, le meschinità, lo scendere a compromessi, l'aridità di sentimenti e lo sfaldarsi di relazioni tra uomini e donne, dove tutti ne escono con le ossa rotte, senza offrire (quasi) nulla di nuovo né sul piano contenutistico, né su quello linguistico.
Il film porta avanti parallelamente le due storie, mancanti entrambe di un po' di mordente, con le due donne che sognano una storia che per tutte e due svanirà a causa di un intervento esterno (femminile), ma se per la più giovane Doris la parentesi servirà per riconciliarsi con il ragazzo con cui aveva avuto la lite, la più matura Susanne non resterà altro che cullarsi nelle proprie illusioni.
Il film sarebbe del tutto dimenticabile se non fosse per l'eccezionale scena della resa dei conti a tre, tra Susanne, l'amante Henrik e la moglie che ha scoperto la tresca nella camera d'albergo, filmata in un unico piano-sequenza di ben cinque minuti, dove si osservano le due donne affrontarsi faccia a faccia, con l'uomo sullo sfondo in disparte.
Voto. 6½ (v.o.s.).
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