Regia di Boris Barnet vedi scheda film
Nel 1914, in una cittadina russa, lo scoppio della guerra interrompe uno sciopero in atto. I due figli di un calzolaio vanno al fronte: uno muore in azione, l’altro viene fucilato dai suoi per aver fraternizzato col nemico. Il padre dà lavoro a un prigioniero tedesco, che si innamora (ricambiato) di una ragazza locale. Tralasciando l’evidente povertà di mezzi, le inquadrature che a volte tagliano la testa dei personaggi, la cattiva qualità della pellicola che passa in tv, resta un film che disegna con tocco leggero e sorprendente freschezza i piccoli fatti della vita di provincia. I contrasti sociali non vengono ignorati, ma neanche sottolineati; e, a parte l’inizio e la fine, l’intento ideologico non è invadente. Resta impressa l’esortazione alla fratellanza tra i popoli, così tragicamente inattuale in quel 1933, non enunciata come principio ma mostrata in atto: l’affittacamere che saluta a malincuore l’inquilino tedesco con cui aveva fatto amicizia, il calzolaio che si pente subito dello sfogo di rabbia verso il nuovo lavorante. Un ottimismo che commuove.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta