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Mimì - Il principe delle tenebre

Regia di Brando De Sica vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mimì - Il principe delle tenebre

di axe
7 stelle

Mimì è un giovane pizzaiolo napoletano. Conduce una vita riservata, insieme al padre adottivo nonchè titolare della pizzeria, ove sforna prodotti di ottima qualità; la sua socialità è ridotta a causa della vergogna che prova per una malformazione ai piedi. A seguito di un burrascoso incontro con una gang di teppisti guidata da Bastianello, conosce un'adolescente dark, la quale gli dice di chiamarsi Carmilla e di essere una vampira discendente di Dracula. Mimì se ne innamora perdutamente; per lei modifica il suo aspetto fisico, si documenta sui vampiri ed accetta di seguirla nei sotterranei della città, per compiere un rito di evocazione. In tal frangente, Mimì è aggredito dal rancoroso Bastianello; al suo risveglio comprende d'esser diventato qualcosa di diverso; nel frattempo, Carmilla è scomparsa. Brando De Sica, figlio di Christian e nipote di Vittorio, dirige un film horror d'ambientazione partenopea, il quale racconta la storia di due anime sofferenti, la prima delle quali è quella di Mimì; orfano, sofferente a causa delle malformazioni, ha come uniche persone vicine un affettuoso papà adottivo e un transessuale. La sua quotidianità è sconvolta dalla conoscenza con Carmilla, seconda "anima in pena", una ragazza pesantemente truccata, la quale è convinta (e lo convince) d'essere una vampira. Mimì conosce l'amore e ne rimane travolto; fa di tutto per entrare nel "mondo" di Carmilla; si fa impiantare due canini aguzzi e prende conoscenza di tutto l'immaginario vampiresco. Pur nella sua truculenza, non è quest'ultimo a spaventare Mimì, bensì la dura realtà. Nel quartiere di Napoli ove vive e lavora il ragazzo, l'ordine non è garantito dalle istituzioni, bensì da un boss, ormai vecchio e malato. Egli è il padre di Bastianello, bullo e, a tempo perso, cantante nemelodico, il quale, perso il genitore il potere, si sente libero di vivere come meglio crede. Prende di mira Mimì e la stessa Carmilla, convinto che ella gli debba del denaro. Le prepotenze nei confronti del giovane culminano in un'aggressione che lo manda in coma per diversi giorni. Mimì riprende coscienza convinto d'essere un vampiro. L'ossessione del giovane farebbe pensare ad un sopravvenuto problema mentale; ma alcuni dettagli ci dimostrano che la metamorfosi è reale. Mimì non si ferma di fronte a nulla pur di riavere Carmilla, che immagina rapita dalla gang di Bastianello; rintraccia quest'ultimo, ottenendo informazioni sconvolgenti sulla ragazza. Ella, in realtà, ha nome Renata, è originaria di un piccolo comune della Lombardia, era fuggita di casa e lì sarebbe tornata. Lasciando dietro di sè una scia di sangue, Mimì la ritrova. Ma non ha di fronte a sè la giovane dark dei giorni precedenti, bensì una normalissima ragazzina, la quale gli riferisce di non poter avere più a che fare con lui perchè definitivamente riunita alla famiglia ed in cura presso uno psichiatra a causa di uno sdoppiamento di personalità. Mimì non può credere che tutto finisca così, e, in preda alla disperazione agisce di conseguenza. Renata torna ad essere Carmilla, le due creature scompaiono nell'oscurità lasciando alle loro spalle esistenze di solitudine ed incomprensione. I due giovanissimi protagonisti sono interpretati da Domenico Cuomo e Sara Ciocca; riescono in un compito non facile, avendo i loro personaggi due personalità distinte. il remissivo ed introverso Mimì della prima parte del racconto, si trasforma in un determinato e sanguinario, tuttavia selettivo nella scelta dei bersagli, assassino. Carmilla, supertruccata e palpitante di emozioni non ha alcunchè in comune con la posata Renata. Mimmo Borrelli interpreta Nando, il padre adottivo di Mimì. Giuseppe Brunetti è Bastianello, una caricatura di boss tanto stupido quanto prepotente; sufficientemente antipatico. Il film gode di ritmi discreti. Alcuni elementi, quali ad esempio l'utilizzo di colorite espressioni dialettali, potrebbero far pensare che i toni siano quelli di una commedia; ma non è di certo così. La seconda parte del racconto è decisamente più "cattiva" della prima ed sangue scorre copioso. l'ambientazione urbana mostra una Napoli poco colorita, spenta, pervasa da uno squallore che contagia gli abitanti. Il racconto pone in evidenza dettagli di disagio giovanile. A Mimì, a causa della sua malformazione e delle origini umili ed incerte, non è consentito vivere un'adolescenza normale. Renata soffre di uno sdoppiamento di personalità a causa di chissà quali traumi; fugge di casa, inventa "Carmilla"; la cura transita inevitabilmente per l'assunzione di farmaci e terapie psichiatriche, le quali, insieme a "Carmilla" ne uccidono l'immaginazione, la fantasia, la tensione verso la libertà. La sceneggiatura è costruita sul dubbio che matura nello spettatore, uno dei due, o entrambe, sono veri vampiri, oppure è tutta immaginazione, autosuggestione ? Il racconto, a questo proposito, riserva sorprese interessanti. Buon (quasi) esordio alla regìa per un figlio d'arte, che realizza un'opera coraggiosa e relativamente innovativa. Giudizio positivo !

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Ultimi commenti

  1. ezio
    di ezio

    questo devo dire che mi e' piaciuto...concordo con te.

    1. axe
      di axe

      Non male. E' in grado di sorprendere lo spettatore ... !

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