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Mimì - Il principe delle tenebre

Regia di Brando De Sica vedi scheda film

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La recensione su Mimì - Il principe delle tenebre

di maghella
8 stelle

Mimì (Domenico Cuomo) è un giovane ragazzo napoletano affetto da una malformazione ai piedi, che lo rende insicuro e maldestro. Orfano dalla nascita, dopo essere stato per 12 anni in orfanotrofio, è stato adottato da Nando (Mimmo Borrelli), un pizzaiolo che gli ha dato affetto e gli ha insegnato il proprio mestiere. Mimì vive praticamente tutto il suo tempo nella pizzeria del padre, ha come amica un trans, Giusi (Abril Zamora), che gli fa da confidente e che per lui ha un vero debole.

Domenico Cuomo

Mimì - Il principe delle tenebre (2023): Domenico Cuomo

Una sera, dopo la chiusura del locale, Mimì viene costretto ad aprirlo nuovamente da Bastianello (Giuseppe Brunetti), un bullo di quartiere che con un gruppo di amici vessa continuamente Mimì e il padre per questioni di soldi. Tra gli amici di Bastianello c’è Carmilla (Sara Ciocca), una giovanissima goth, che comprende immediatamente il disagio di Mimì e trova il modo di incontrarlo da sola. Nasce tra i 2 ragazzi una immediata simpatia. Carmilla travolge Mimì con il suo mondo fatto di vampiri e riti macabri. La ragazza racconta che è la diretta discendente del conte Vlad, Dracula il vampiro; che la madre è una principessa e che pratica il culto del Nosferatu che è sepolto segretamente a Napoli. Mimì è all’oscuro di chi sia Dracula, non avendo mai visto un film né letto un libro a riguardo. Mimì è un puro, e anche la sua storia è un horror, ma di altro tipo. Porta Carmilla nell’orfanotrofio dove è cresciuto, ora abbandonato e in rovina, e le racconta dei maltrattamenti subiti dalle suore per via dei suoi piedi deformi. Il malessere di Mimì è palpabile, e l’amore che Carmilla gli offre è una cosa che non ha mai conosciuto. Mimì e Carmilla sono 2 emarginati che si sono riconosciuti tra mille volti. La loro solitudine ora è colmata da un amore che li sta nutrendo nel profondo del loro essere. L’amore produce una vera metamorfosi in Mimì, che finalmente non soffre più la sua diversità fisica, ma anzi la evidenzia maggiormente facendosi applicare 2 canini “draculeschi” in bocca. 

Mimì prende consapevolezza di sé nel momento in cui, insieme a Carmilla, cerca di omaggiare la tomba del conte Dracula, che secondo la ragazza si trova nei sotterranei di Napoli. I due, dopo un rito in cui evocano il principe delle tenebre, vengono aggrediti. Il rito e il risveglio dal coma di Mimì, dovuto ad un colpo in testa, saranno l’inizio di una nuova vita per lui, ormai non più timido e pavido adolescente, è deciso in tutti i modi a ritrovare la sua Carmilla per andare in Transilvania.

Sara Ciocca, Domenico Cuomo

Mimì - Il principe delle tenebre (2023): Sara Ciocca, Domenico Cuomo

Non procedo oltre nella sinossi del film, perché la visione merita veramente di essere al digiuno di ulteriori informazioni (a parer mio). Infatti il film segue le fila del genere horror-fantastico, e quindi dopo una prima parte in cui vengono analizzati gli aspetti psicologici dei protagonisti, e illustrato molto bene l’ambiente in cui si svolge la storia, la narrazione si addentra nel profondo utilizzando, senza fare sconti, alcune sequenze molto violente, al limite dello splatter. Molto spesso il genere l’horror, quello in cui sono presenti le figure mitiche dei vampiri, pecca di un linguaggio troppo patinato, se non fumettistico; in questo caso, forse complice l’ambientazione napoletana e lo spirito comunque leggero del protagonista, fa sì che la parte poetica e sensibile dei personaggi principali mantenga sempre un livello realistico adeguato. Non mancano certo i riferimenti ai film classici, partendo proprio dal primo “Nosferatu”-1922- di F.W.Murnau, a cui Mimì si ispira per la sua trasformazione fisica, e che diventa la figura principale per le sue visioni. Soprattutto nella prima parte il racconto punta molto sulla contaminazione tra una conoscenza dell’horror del passato e un nuovo linguaggio narrativo, alleggerito in più punti da passaggi umoristici e molto teneri (anche questo altalenarsi di umori è basilare nel genere horror, soprattutto della vecchia scuola italiana). Un’attenzione accurata è riservata non solo ai protagonisti, ma anche a quelli marginali, a partire da Giusi la trans e Nando il padre, fino a Bastianiello e Rocco, tutti sono caratterizzati anche a livello psicologico e non solo di contorno. Per questo motivo l’empatia dello spettatore (di me in questo caso) è rivolta verso tutta la situazione che si viene a creare intorno alla triste vicenda di solitudine di Mimì. 

Mi ha colpito una frase del film, in cui Mimì quasi si giustifica con Carmilla del motivo per cui non conosce il Conte Dracula: spiegando che lui ci va al cinema, ma più per ridere che per altro. Solo che non ride mai, anche se capisce che la battuta fa ridere, lui non riesce a ridere. Cosa ci può essere di più triste di non riuscire a ridere quando tutti intorno a te lo fanno? Questo malessere che Mimì trasmette, e che sentiamo crescere via via che il film prosegue, mi porta (ovviamente) a tenere per lui, a giustificare la sua mutazione, anzi a comprenderla nel profondo. Il sogno di Mimì può apparire assurdo: andare a vivere in Transilvania con la sua ragazza, per essere finalmente dei vampiri nel proprio territorio. Non sa, non lo può sapere, che la Transilvania è molto più vicina di quello che crede, forse a Cologno, in Lombardia, vicino a Milano. Che il castello non è altro che un’anonima villetta a schiera, e che un dentista è pronto a rimediare alle protesi dei canini…ma io tengo per il vampiro che c’è in Mimì, che c’è in tutti quelli affamati di amore, di quelli che dopo anni di anoressia affettiva aprono il loro cuore non trovando mai la sazietà. 

Una parola la riservo per il protagonista: Domenico Cuomo, una prestazione veramente eccellente, per niente scontata, che mi ha molto emozionata in più punti.

Per mia deformazione, ho un debole per i personaggi di contorno, in questo caso mi sono letteralmente innamorata dell’interpretazione di Mimmo Borrelli nella parte di Nando.

Domenico Cuomo

Mimì - Il principe delle tenebre (2023): Domenico Cuomo

Da sottolineare che per la sceneggiatura, oltre a Brando De Sica e Irene Paolini Giolai, c’è la firma di un grande Ugo Chiti, in piena forma mi viene da dire; mentre per la colonna sonora un maestro: Pasquale Catalano, che contribuisce con le sue scelte musicali all’ottimo risultato finale.

Ultima cosa: lode meritata per il regista Brando De Sica, qui all'esordio per il suo primo lungometraggio. Firma regia e la sceneggiatura, dimostrando di aver già la maturità per gestire una storia complessa, mantenendo la lucidità narrativa grazie all'utilizzo del genere, senza lasciarsi fuorviare da lungaggini e pesantezze inutili, osando invece in scene molto crude e violente, senza però farsi prendere la mano e mai a sproposito.

Brando De Sica

Mimì - Il principe delle tenebre (2023): Brando De Sica

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