Regia di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza vedi scheda film
Pur rimanendo interessante, visto che siamo in tema nel panorama di ominicchi, mezzi uomini e quaquaraquà del cinema italiano attuale e non solo, è anche un film che sembra piuttosto indeciso sulla strada da intraprendere, se onesto e corretto film di mafia puramente rientrante nel genere, o con la solita albagia dei cineasti giovani e "moderni", portati sugli scudi dai giornalisti amici, di fare il solito racconto metaforico e per lunghi tratti di "commedia nera" che soltanto lambisce le profondità vera della vicenda nelle sue "versioni ufficiali", e visto che evidentemente non riesce così bene un chiaro racconto intensamente drammatico e di denuncia come nei più famosi e riusciti titoli del nùmerosissimo filone, e niente di meno.
Oltretutto gli aneddoti su Messina Denaro nel privato sono quelli conosciutissimi per chiunque abbia letto anche solo qualche articolo e libro della sterminata letteratura e cronaca giornalistica di mafia. E quindi vai con la ragazza austriaca amante degli anni '90, il direttore dell'albergo che poco sopportava la presenza di questi "piccoli boss arroganti del trapanese" a spadroneggiare nella struttura di lusso, rimarcandolo ad alto voce e quindi fatto eliminare ecc , ma il vero uomo e persona oltre il personaggio Messina Denaro, quale era, come era? Il film non ce lo fa capire, se non per le iniziative di immedesimazione da parte di Germano, la sua psicologia, il suo essere stato cresciuto per diventare esattamente quello che diventò dal padre boss, in una gerarchia dinastica di estrema atmosfera mafiosa respirare fin dalla più tenera età.
Ma questo non ci fa capire il "mito" Messina Denaro, se non con note di cronaca e colore scontate mostrando i murales famosi che lo ritraggono come nelle serigrafie di Andy Warhol, e se, sempre così attenendosi alle versioni ufficiali dell'altra mafia italiana, l'antimafia(vedi il personaggio abbastanza da fumetto brutto, del generale dei CC evidentemente calcato sulla figura di Mori), e se fosse stato poi una persona con dei lati positivi e persino utili per la sua comunità, come quasi sempre in questi casi, invece chi lo ha conosciuto, i suoi amici di infanzia e gioventù, compaesani, (sper?)giurano.
Bravo Germano e senza eccessi, lavorando di sottrazione come probabilmente era il vero personaggio, ma rifacendosi anche ad altre prove famose, nel ruolo di Messina Denaro, più con il "pilota automatico" e da commediante consumato Servillo.
Poco credibile pure con i capelli da mora mediterranea, la Bobulova quale servile e devota signora alto borghese siciliana.
Una garanzia la fotografia di Bigazzi, davvero evanescente e insignificante, mal riuscita, la colonna sonora di Colapesce.
Ted_Bundy1979
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