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Iddu

Regia di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza vedi scheda film

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La recensione su Iddu

di barabbovich
6 stelle

Latitante per trent'anni, Matteo Messina Denaro (l'iddu, cioè "lui", dell'indovinatissimo titolo), uno dei più sanguinari boss mafiosi a capo delle stragi di inizio anni Novanta, vive "come un sorcio" in compagnia di una donna (Bobulova) che, in cambio di un considerevole compenso, si fa latrice dei suoi pizzini. Ed è su questi che si concentra il terzo film di Grassadonia e Piazza, ultimo arrivato di un'ideale trilogia sulla Sicilia del malaffare degli anni Ottanta e Novanta (dopo Salvo e Sicilian Ghost Story): lo scambio di missive tra "iddu" e Catello Palumbo (Servillo) l'ex sindaco di Castelvetrano, grande amico del padre di Matteo, che su questa originaria base fiduciaria viene incaricato dai servizi segreti italiani agli inizi del 2000 di preparare una trappola per il latitante. Ma l'unica che rispetti davvero le regole è una poliziotta più che determinata (Marra), mentre chi comanda le operazioni (Russo Alesi, con birignao veneto) non fa che ritardare la cattura del boss. Il che rappresenta anche la tesi di fondo di un film giocato tutto in sospensione, sulle solitudini di un uomo costretto a vivere in cattività, nonostante l'enorme ricchezza, e quella di un ex preside di scuola dai modi affettati e con qualche discreta lettura alle spalle che si trova a vivere in una condizione per cui viene allontanato da tutti. È il ritratto nerissimo, senza alcuna concessione al gangster movie, di due esistenze opposte e complementari, affidate, l'una, all'interpretazione tutta in sottrazione di un titanico Elio Germano incredibilmente mimetico e l'altra a un Toni Servillo che, come spesso accade, recita nel ruolo di Toni Servillo. Nota a parte per le musiche, sorprendenti, di Colapesce, che sembra avere mandato a memoria l'intera discografia di Jon Hassell e Arve Henriksen in vista della soundtrack.

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