Espandi menu
cerca
Si salvi chi può (La vita)

Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 164
  • Post 16
  • Recensioni 11104
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Si salvi chi può (La vita)

di mm40
4 stelle

Dopo una serie di lavori documentari, televisivi e sperimentali, il più riuscito dei quali è probabilmente Numero deux (1975), ecco che Godard torna alla fiction - al cinema 'vero', a soggetto, che racconta una storia insomma - con una sceneggiatura scritta da Anne-Marie Miéville (sua assidua collaboratrice proprio da Numero deux) e Jean-Claude Carriére (autore per Bunuel, Deray e molti altri, qui al suo primo incontro con Godard). Nonostante il (solito) gusto per lo spiazzamento dello spettatore e per la demistificazione della macchina cinematografica, qui il regista francese sembra decisamente meno ispirato del solito: gli argomenti variano poco, consistendo più che altro nell'analisi dei rapporti interpersonali odierni a partire dall'elemento sessuale, e l'ammissione di scarsa creatività ci viene fornita in maniera esplicita durante il film proprio dal protagonista, che 'per una bizzarra coincidenza' fa il regista (ma televisivo) e si chiama Godard: "Faccio film perchè non so fare altro e non ho la forza di non fare nulla". L'utilizzo continuo ed esasperante del ralenty è un'altra caratteristica propria di questo film, così come la colonna sonora (musiche originali di Gabriel Yared) ad alto tasso di melodrammaticità; Godard insiste nel voler scuotere a ogni costo il pubblico e probabilmente in questo, se non sbaglia, semplicemente annoia: poco o nulla ormai dicono un nudo frontale maschile, dialoghi sconci con insistenza di dettagli anatomici e pratiche sessuali o un'uscita di scena al culmine del pathos con orchestra d'archi che suona per strada il malinconico tema della colonna sonora (similmente a quanto fatto da Allen in Bananas quasi dieci anni prima: ma per altre ragioni e con ben migliori esiti, dato il contesto prettamente comico). La Huppert protagonista è sempre un'ottima scelta, ma non sfigura nemmeno l'alter ego del regista Jacques Dutronc. In Italia il film fu immediatamente proibito e, anche quando arrivò in vhs qualche anno più tardi, la sua distribuzione rimase parecchio lacunosa. Mezzo voto in più per l'esilarante sequenza iniziale. 4/10.

Sulla trama

Il regista televisivo Godard tenta invano di riallacciare i rapporti con la ex moglie e la figlia adolescente; nel frattempo seguiamo una prostituta alla ricerca di 'lavoro'.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati