Regia di Éléonore Saintagnan vedi scheda film
TFF 41 - CONCORSO
La giovane Eléonoire si mette in marcia con la sua utilitaria per raggiungere la costa bretone ove trascorrere un po' di vacanza al mare.
L'auto tuttavia la lascia in panne poco prima di raggiungere la costa, e la ragazza si trova costretta a soggiornare in un campeggio presso un lago grazioso, in attesa che il meccanico gliela ripari In loco la giovane inizia ad apprezzare la bellezza del luogo, le leggende religiose legate ad un santo locale conosciuto come Quarantine, moltiplicatore miracoloso di cibo senza tuttavia sacrificare animali.
E, di conseguenza, attirata altresì dalla leggenda che deriva proprio dalla figura del santo, che assevera nel lago la presenza di un enorme pesce leggendario che prese origine proprio dal piccolo pesce che il santo fece sfuggire alla avidità degli esseri umani mai sazi e capaci di contenersi. Raccontato in prima persona come frutto della lettura di un diario, Camping du lac è un piccolissimo gradevole film con cui Eléonoire Saintagnan, anche interprete protagonista , esordisce nel lungometraggio, e che riflette sull'avidità umana e sulla importanza del concetto di parsimonia e di preservazione delle risorse umane, sempre inevitabilmente insufficienti se sprecate o sperperate.
Nel finale il film si colora di una presenza dai tratti fantascientifici o comunque mostruosi, che tuttavia non riescono a reggere il confronto con la ancor più innaturale tendenza umana alla barbarie e alla violenza gratuita.
Argomentazioni valide e legittime, al servizio di una storia che parte bene ed in leggerezza, legandosi alle mitologie del territorio che si perdono nell'antichità, e sfociando forse un po' troppo imprudentemente verso situazioni al limite del grottesco lungo un finale certo coraggioso, ma anche un po' azzardato.
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