Regia di Quentin Dupieux vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE/FESTIVAL DI LOCARNO 2023-CONCORSO
E' ora di finirla con le regole prestabilite che vedono la divisione tra chi recita e lo spettatore.
In Yannick che vede il ritorno di Quentin Dupieux con il primo dei suoi soliti film corti e pazzi con cui ci delizia ogni anno, un giovane guardiano notturno si annoia mentre sta assistendo ad una pièce teatrale e, anziché pazientare saggiamente o uscire dalla sala, decide di intervenire e di dire la sua.
Con in mano l'arma d'ordinanza, il giovane decide di attivarsi affinché l'agognata sua prima serata libera da tempo, non si trasformi in una occasione di noia come lo spettacolo, a suo avviso, stava provocando.
La rocambolesca e sin grottesca azione di disturbo del balordo, induce quest'ultimo a prodigarsi a scrivere, alla velocità della luce, una pièce alternativa da far recitare ai tre attoniti e sconcertati attori coinvolti, che poco dopo un inizio di comprensibile frustrazione, si arrendono all'evidenza (oltre che alla minaccia armata, poco credibile, ma evidente) ed obbediscono ai nuovi ordini.
Con Dupieux ci troviamo protagonisti, da spettatori molto simili a quelli del film, di un bizzarro sequestro di persona in cui le regole, fino ad ora incontrovertibili, che pongono una separazione divisiva tra chi recita e chi guarda, si rimettono completamente in discussione.
Ne scaturisce, anche stavolta, un film bizzarro, divertente, a tratti sin inquietante, forte di un cast di attori coinvolti e molto divertiti a contribuire a rendere impellente, ma anche sarcasticamente scanzonato, il clima di minaccia e costrizione che coinvolge il pubblico della sala teatrale, tra sintomi della sindrome di Stoccolma che esplodono in entusiasmi ingiustificati, o talvolta in una calma apparente che è solo il sentimento che cela, fin che può, un panico diffuso pronto ad esplodere in ogni momento.
Nei panni dei primi tre attori coinvolti, spicca senz'altro il protagonista principale, Yannick, interpretato con sardonica verve dal bravissimo Raphael Quenard (già apprezzato con Dupieux in Mandibules e in Fumer fait tousser, e poi pure nell'instant-remake di Zombie contro zombie di Hazanavicious.
Gli reggono egregiamente il ritmo il braco Pio Marmai, nel ruolo del mattatore della pièce giudicata noiosa da Yannick, e la sempre esilarante Blanche Gardin, altra irrinunciabile presenza fissa nella filmografia di Dupieux, nonché una delle interpreti più brillanti attrici francesi contemporanee sulla piazza.
Girato in velocità e segretezza in 6 giorni in contemporanea con il film successivo, (Daaaaaali, presente Fuori Concorso al Festival di Venezia 23), Yannick è un film fulminante che diverte senza omettere di creare nello spettatore un senso di nervosismo e di inquietudine che sono le sensazioni, in fondo piuttosto piacevoli, che accompagnano quasi sempre la visione dell'opera folle e a volte geniale di Quentin Dupieux.
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