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Simon del deserto

Regia di Luis Buñuel vedi scheda film

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La recensione su Simon del deserto

di alfatocoferolo
10 stelle

Guardandolo così com'è, senza speculazioni su come avrebbe dovuto essere o come sarebbe stato, è senza dubbio un'opera altamente evocativa. Il finale, seppur raffazzonato e quasi sbrigativo, è straordinario. Tutta la pellicola si concentra sulla figura di Simon, ne esalta le virtù e mette in mostra le fragilità ma dipingendolo comunque come un santo in grado di far miracoli e scacciare il demonio che si mostra a lui sotto varie forme, la più comune delle quali è nemmeno a dirlo quella di un'avvenente fanciulla. Simon è il più alto tra tutti, non solo in senso fisico, ma nonostante questo sembra obbedire agli ordini altrui e sembra quasi sminuito da coloro che sono i suoi seguaci. L'opera di Bunuel è spiazzante perché riesce a mostrare contemporaneamente il lato devoto dei fedeli e contemporaneamente il loro cinismo e la loro ricerca, talvolta sfrontata, di conferme e miracoli; allo stesso tempo mostra con chiarezza dei miracoli ma li stempera con la vanità e quasi pazzia di Simon che si ritrova a benedire insetti e godere di questo innocuo passatempo fino a mostrarsi davvero uomo nel finale che capovolge totalmente ogni prospettiva mostrata fin lì. Non sembra un'opera blasfema, le uniche parole oscene in tal senso escono fuori dalla bocca del diavolo piuttosto che da quelle di un innocuo ed ignorante pastore mentre Simon si trova a volte invischiato nei suoi stessi ragionamenti ed è costretto a ricorrere al paradosso o alla parabola per uscirne fuori ma senza mai dubitare del suo dio. Le chiavi di lettura sono molteplici e tutte contenute nello straordinario finale che catapulta lo spettatore in un altro tempo, in un'altra dimensione ma con le immagini persistenti nella memoria di un asceta in odor di santità e del diavolo che gli ha fatto una promessa. E' la corruzione portata dal XX secolo? Una riflessione sul fatto che la tecnologia e l'istruzione abbiano stravolto l'uomo, i suoi idoli, le sue convinzioni? In che senso poi? Positivo o negativo? Oppure è solo il suggerimento a guardare ognuno dentro di noi e trovare la parte più pura e sacra della nostra anima? A cercare il demonio nel nostro tempo, intorno a noi, nella musica stessa e nei suoi effetti? Tante e genuine riflessioni, favorite dall'improvviso colpo allo stomaco che il regista tira allo spettatore, quasi a tradimento con lo scopo probabilmente di farlo identificare nel protagonista in un unico ed immenso istante. E' un capolavoro, luminoso ed importante oltre che unico.

Su Claudio Brook

Ottima presenza, perfetto per il ruolo.

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