Regia di Ralph Bakshi vedi scheda film
Progetto-monstre, probabilmente troppo azzardoso anche per il fantasmagorico mondo dell'animazione, "Il signore degli anelli" segnò la massima ambizione per il regista Ralph Bakshi, e allo stesso tempo la sua caduta, dato che era, agli albori dei Settanta, uno dei nomi di punta tra i giovani autori, paragonato nientemeno che a Spielberg, Lucas e Coppola. In realtà, questa prima trasposizione su schermo del colosso letterario di Tolkien, prima dell'avvento di Peter Jackson, traduce in pellicola il primo libro, "La compagnia dell'Anello",e si chiude palesemente su una sospensione dell'avventura, ancor più che la versione con attori : Bakshi utilizza una tecnica piuttosto all'avanguardia, specialmente nell'elaborazione degli Orchetti, creati con sagome riprese dal vero e giocando con le ombre, ma ciò che difetta all'autore di "Fritz il gatto" è la cattiva gestione del ritmo narrativo, e l'incertezza sul piano da tenere, se rivolgersi a un pubblico di giovanissimi, oppure inoltrarsi in una interpretazione adulta e più complessa dell'opera. Tra i momenti riusciti di questa pellicola, che comportò un forte dispendio di denari non tornati indietro, la lotta con il Balrog e la morte di Boromir, ma non fanno di questo tentativo volenteroso e qua e là interessante un film riuscito.
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