Regia di Dario Argento vedi scheda film
Un individuo insospettabile terrorizza la vita di un musicista di serie C, e uccide tutti coloro che ne scoprono l'identità. Il suo scopo è consumare una sadica e assurda vendetta.
Secondo me è un film diviso a metà tra momenti riusciti e altri dove il film prende qualche piccola cantonata. Argento fa un uso non piccolo di particolari tecniche cinematografiche, come montaggio e inquadrature singolari e studiati, e sonoro e luce a momenti molto calcolati. In certi casi trovo questi artifici indovinati e funzionali al contenuto, in altri mi sembrano tentativi falliti di raggiungere qualche effetto. Il motivo è secondo me, in questi ultimi casi, l'eccesso di tecnicismo o di intenti metaforici. In altre parole sono sfoggi di tecnica troppo arditi o fine a se stessi. Vi sono anche certi snodi narrativi non del tutto chiari e momenti di debolezza della sceneggiatura.
In generale, si può definire un film con difetti ma non brutto. Un punto di forza è sicuramente l'atmosfera soffusa e quasi onirica, che a momenti comunica un senso di minaccia. Molte sequenze sono sicuramente riuscite, come quella iniziale al teatro o quella ambigua tra sogno e realtà della cameriera. Dario Argento aveva all'epoca talento e una vera vocazione alla regia, solo che secondo me non sempre ne ha fatto buon uso e sicuramente li ha bruciati troppo presto.
Quanto al sangue, il regista ancora si contiene. Tuttavia non mancano un paio di sequenze con poco plasma ma sicuramente sadiche, cioè dove la violenza viene enfatizzata con compiacimento, che a me vanno giù di traverso. PS: Bud Spencer è fuori dal suo mondo, ma non sfigura.
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