Regia di Dario Argento vedi scheda film
Forse il copione piu'"giallo" nel senso classico di tutti i film realizzati da Dario Argento è proprio quello di "Quattro mosche di velluto grigio":storia di una persecuzione che per paura del persecutore di essere scoperto diventa una serie di delitti,il terzo film dell'autore di "Tenebre" ha i tempi di un thriller alla francese,una scansione particolare del ritmo che forse puo'farlo apparire un po'piu'lento.Peccato che Michael Brandon sia un interprete insipido e nel ruolo dell'inquieto protagonista Roberto Tobias non renda come dovuto le ambiguita'necessarie;ma certi tocchi d'umorismo(il detective gay Jean Pierre Marielle,l'appuntamento con il robusto amico-angelo custode Bud Spencer a una fiera di agenzie funebri),la spiegazione delle motivazioni dell'omicida,certe atmosfere specialmente nella prima parte,fanno di "Quattro mosche di velluto grigio" un lavoro anomalo e interessante nella filmografia argentiana,ricca di spaventi e alte tensioni.
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