Regia di Barry Shear vedi scheda film
Teensploitation, psychexploitation, politica e musica tutto insieme. Il film riflette quella che era la posizione e il ruolo raggiunto dagli adolescenti nella società di allora, dopo l'avvento dei Beatles negi primi anni '60, senz'altro un ruolo attivo e preminente. Dopotutto produce la American International Pictures, avvezza ai film per drive-in ad uso e consumo dei giovani. Quindi, cosa di meglio di un musicista hippie, un po' dandy tuttavia, che diventa presidente degli Stati Uniti? Lui è l'attore Christopher Jones, a metà strada tra Jim Morrison e James Dean, così come la musica proposta ricorda a tratti i Doors. Se fino ad un certo punto il film sembra simpatizzare con questi giovinastri e il loro imberbe rappresentante alla Casa Bianca, poi appare evidente la critica al mito della gioventù sempre e comunque e si cerca di evidenziare i rischi del radicalismo rivoluzionario e i pericoli dell'inesperienza.
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