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Il quarantunesimo

Regia di Grigorij Ciukraj vedi scheda film

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La recensione su Il quarantunesimo

di luca826
8 stelle

VOTO 7,5 ROMANTICO I Sentimenti vincono e ingabbiano i protagonisti, non solo dispersi fisicamente ma anche idealmente. Un film dalla forma accattivante e varia, dai filtri graduati pesantissimi usati negli esterni, all'uso del controluce e ai tagli bassi di ripresa. Uno stile sovrabbondante che rischia la saturazione, ma nello stesso tempo ribadisce l'importanza dell'elemento naturale, lasciando alla presenza ipnotica dei luoghi, un magistrale sfondo al crescendo amoroso dei due protagonisti, ma anche al dramma all'origine di uno stato, l'URSS. 1956: siamo in pieno post-stalinismo ma anche in pieno periodo mèlo maturo, basti pensare a cosa succede nel cinema USA (e non solo: il mèlo è il genere degli anni 50 come il noir dei '40 e la commedia dei '30), dove come in questo caso il soggetto melodrammatico viene affiancato ad uno stile appariscente e strabordante (i fiammeggianti Technicolor di Sirk e Minnelli ad esempio). Il dopoguerra nella settima arte, quindi ripensa alla 'guerra' ma si concentra sull'uomo e sui sentimenti più estremi, anticipando l'attenzione all'individuo rispetto alle masse, lanciandosi in canti romantici assoluti ma anche (e sopratutto) disperati, al di qua e al di là della Cortina di Ferro. Da vedere.

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