Regia di Grigorij Ciukraj vedi scheda film
Mi è piaciuto e l'ho trovato interessante per il modo in cui affronta un periodo storico complesso come quello della guerra civile russa. Secondo me mostra bene come la rivoluzione e la controrivoluzione non avessero coinvolto la totalità dei popoli che confluirono poi nell'URSS, che spesso subirono i rivolgimenti politici, come è evidente nelle scene del furto dei cammelli ad un gruppo di kazachi, secondo il comunismo di guerra, e della sosta presso i nomadi sul lago di Aral: popolo pacifico, naturalmente ospitale, ma per questo colpevolizzato dai controrivoluzionari. Il tema più importante, il rapporto fra una bolscevica esperta tiratrice e il suo prigioniero, un controrivoluzionario, mette in luce gli effetti dell'ideologia in una mente semplice e incolta: in questo sta secondo me il pregio del film.
La soldatessa Maritka si innamora dell'uomo che ha in custodia, in quanto lo ha mancato e lui si è arreso. Dopo una dura traversata del deserto del Karakoum, e un naufragio, si trovano soli su di un'isola e si amano a vicenda, anche se sono molto diversi. Tuttavia l'amore non scalfisce gli imperativi della rivoluzione, e Maritka finirà per fare una quarantunesima vittima.
La colonna sonora era calzante con la storia
Il finale. Avrei lasciato fuggire e sopravvivere lui. E lei sarebbe rimasta sola sulla spiaggia, in un finale aperto.
Il regista secondo me non ha voluto essere realista , ma ha cercato di realizzare un film didattico.La parte migliore mi è sembrata quella dell'idillio sull'isola, anche per le riprese marine, belle e luminose. In tutto il film ho notato l'attenzione per cieli drammatici, epici. Mi è sembrato interessante il modo in cui il regista ha reso il momento di intensa felicità provato da Maritka all'ascolto del racconto del suo prigioniero, che le parla di Robinson Crosue: la donna ama istintivamente la bellezza, infatti scrive poesie di argomento guerresco, semplici e potenti nello stesso tempo, piene di fede politica.
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