Ambientato durante la rivoluzione russa, il film ruota attorno alla figura di una soldatessa bolscevica che grazie alla sua mira infallibile arriva a uccidere il considerevole numero di quaranta ufficiali zaristi. Un giorno si innamora di un tenente nemico che ha fatto prigioniero. Quando il ragazzo sfuggirà al suo controllo per raggiungere una postazione bianca, la ragazza imbraccerà il fucile per fare la quarantunesima vittima.
Note
Esempio del disgelo del cinema sovietico. Tra melodramma e realismo, il film racconta con passione romantica il doloroso scontro tra passione politica e sentimenti privati. Premio Speciale della Giuria a Cannes.
Virtuosisticamente calligrafico e forse vittima di un romanticismo troppo esasperato, trova un autentico riscatto nella descrizione dell'amore fra i due naufraghi dove l'ispirazione ha la meglio sull'epico accademismo della messa in scena
Romanticismo cechoviano in salsa bolscevica. Scenari d'Asia Centrale dalle tinte pastello, musiche d'atmosfera e soffusa malinconia. Ma la Storia sconquassa tutto: l'attaccamento alla causa è più forte della natura umana, i sentimenti lasciano il passo all'ideologia. Biancheggia una vela solitaria, ma il Mare d'Aral è ormai in via d'estinzione.
Il quarantunesimo del 1956, è il secondo film girato da Grigorij Ciucraj (allora trentacinquenne) e uno dei primi esempi della corrente che fu definita del disgelo (quella insomma che permetterà poi al cinema sovietico di attenuare - se non di annullare del tutto - i rigori zdanoviani del realismo socialista e di trovare una strada più aderente al momento storico… leggi tutto
L’avevo visto quando era uscito, e mi era piaciuto molto. Naturalmente… allora. Adesso meno. Durante la guerra civile russa un gruppo di bolscevichi sconfitti dai bianchi fugge nel deserto dove incontra un gruppo di mercanti kazaki; li attacca per confiscare alcuni cammelli; nell’attacco Maricka, unica donna del gruppo di bolscevici e miglior tiratrice, spara e uccide, contando… leggi tutto
Un regista che ha puntato molto sul melodramma, e spesso facendo conto con una retorica politica che ha appesantito le sue operazioni. Qui siamo in una storia che si rifà ai tempi della post rivoluzione, il racconto non riesce a prendere quota sempre prigioniero di facili trabocchetti di cinema di regime, anche se il regista si protesta in altri momenti come pioniere di un cinema nuovo e… leggi tutto
Il quarantunesimo del 1956, è il secondo film girato da Grigorij Ciucraj (allora trentacinquenne) e uno dei primi esempi della corrente che fu definita del disgelo (quella insomma che permetterà poi al cinema sovietico di attenuare - se non di annullare del tutto - i rigori zdanoviani del realismo socialista e di trovare una strada più aderente al momento storico…
Marx è morto, Dio è morto, Stalin è morto. 1956. L'Unione Sovietica produce Il quarantunesimo e comprendiamo come qualcosa stesse cambiando. In meglio (per noi) o in peggio (per loro)? La vicenda dell'infallibile tiratrice rossa Maryutka e del tenente bianco Vadim, del loro amore, della loro tragedia, ci appare paradigmatica.
Siamo nel 1920, in Russia infuria la guerra…
Romanticismo cechoviano in salsa bolscevica. Scenari d'Asia Centrale dalle tinte pastello, musiche d'atmosfera e soffusa malinconia. Ma la Storia sconquassa tutto: l'attaccamento alla causa è più forte della natura umana, i sentimenti lasciano il passo all'ideologia. Biancheggia una vela solitaria, ma il Mare d'Aral è ormai in via d'estinzione.
La trama del film risulta promettente ed ha un inizio all'altezza. Ci sono dei momenti interessanti ma purtroppo si arriva a banalizzare il tutto con una retorica superflua. Come scusante c'è da considerare il periodo in cui è stato realizzato. Anche se non trasmette appieno la drammaticità, la traversata del deserto è ben realizzata. Nella seconda parte il…
Lista di film che mi hanno colpita nel corso del tempo. Al primo posto l'ultimo film diretto dalla mia regista preferita, la sfortunatissima Larisa Shepitko. Non è un caso che siano presenti due film di George…
VOTO 7,5 ROMANTICO I Sentimenti vincono e ingabbiano i protagonisti, non solo dispersi fisicamente ma anche idealmente. Un film dalla forma accattivante e varia, dai filtri graduati pesantissimi usati negli esterni, all'uso del controluce e ai tagli bassi di ripresa. Uno stile sovrabbondante che rischia la saturazione, ma nello stesso tempo ribadisce l'importanza dell'elemento naturale,…
Durante la guerra civile russa un plotone bolscevico decimato cattura un ufficiale nemico in possesso di importanti informazioni, che viene affidato alla custodia di una tiratrice dalla mira infallibile. Siamo in epoca di destalinizzazione, qualche timido segno di apertura c’è, ma meno di quanto ci si possa aspettare: resta pur sempre un film inesorabilmente propagandistico (i bianchi sono…
Un regista che ha puntato molto sul melodramma, e spesso facendo conto con una retorica politica che ha appesantito le sue operazioni. Qui siamo in una storia che si rifà ai tempi della post rivoluzione, il racconto non riesce a prendere quota sempre prigioniero di facili trabocchetti di cinema di regime, anche se il regista si protesta in altri momenti come pioniere di un cinema nuovo e…
Mi è piaciuto e l'ho trovato interessante per il modo in cui affronta un periodo storico complesso come quello della guerra civile russa. Secondo me mostra bene come la rivoluzione e la controrivoluzione non avessero coinvolto la totalità dei popoli che confluirono poi nell'URSS, che spesso subirono i rivolgimenti politici, come è evidente nelle scene del furto dei cammelli ad un gruppo di…
L’avevo visto quando era uscito, e mi era piaciuto molto. Naturalmente… allora. Adesso meno. Durante la guerra civile russa un gruppo di bolscevichi sconfitti dai bianchi fugge nel deserto dove incontra un gruppo di mercanti kazaki; li attacca per confiscare alcuni cammelli; nell’attacco Maricka, unica donna del gruppo di bolscevici e miglior tiratrice, spara e uccide, contando…
Interessante film, girato negli anni dopo la morte di Stalin, quando si ebbe un timido disgelo, e, se non si mise proprio in discussione il comunismo, ci fu chi osò porsi delle domande. Il blocco granitico dell'ideologia e della propaganda mostrò insomma qualche crepa e qualche incrinatura. La storia dello sparuto drappello di soldati che attraversano il deserto fino al lago…
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Commenti (3) vedi tutti
Virtuosisticamente calligrafico e forse vittima di un romanticismo troppo esasperato, trova un autentico riscatto nella descrizione dell'amore fra i due naufraghi dove l'ispirazione ha la meglio sull'epico accademismo della messa in scena
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Romanticismo cechoviano in salsa bolscevica. Scenari d'Asia Centrale dalle tinte pastello, musiche d'atmosfera e soffusa malinconia. Ma la Storia sconquassa tutto: l'attaccamento alla causa è più forte della natura umana, i sentimenti lasciano il passo all'ideologia. Biancheggia una vela solitaria, ma il Mare d'Aral è ormai in via d'estinzione.
leggi la recensione completa di casomaiVoto 5,5. [09.06.2012]
commento di PP