Regia di Michail K. Kalatozov vedi scheda film
A Mosca, nel 1941, l’idillio tra due fidanzati è interrotto dall’invasione tedesca: Boris parte per il fronte e non dà più notizie di sé; Vera perde i genitori e la casa in un bombardamento e si vede costretta a sposare il cugino di lui, che si è imboscato e si rivela una persona indegna. Alla fine della guerra, mentre gli altri festeggiano, lei riuscirà ad accettare un’esistenza segnata da un lutto indelebile. Storia tragicamente banale, ma raccontata con commossa partecipazione e lontana da schematismi; notevole soprattutto l’audacia del montaggio (un’invenzione su tutte: lo spettatore apprende del matrimonio di Vera attraverso una visione che Boris ferito a morte ha durante il delirio). Si nota che siamo in tempo di disgelo: c’è persino una bonaria presa in giro della propaganda bellica, nella scena in cui due operaie portano regali alle reclute accompagnandoli con tanto di discorsetto prefabbricato.
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