Regia di Frank Kramer (Gianfranco Parolini) vedi scheda film
Una delle saghe più durature all'interno del filone dello spaghetti western è senz'altro quella di Sartana, pistolero buono ma che all'occorrenza, anche grazie a una mira infallibile, sa diventare spietato; questa è la prima pellicola in cui il personaggio compare, interpretato da John (Gianni) Garko e già dotato di almeno un paio di interessanti particolarità. La prima è la piccola pistola a quattro canne; la seconda il carillon: sostanzialmente nulla di nuovo nel panorama western, ma la caratterizzazione offerta dalla sceneggiatura di Parolini, Renato Izzo e Werner Hauff è comunque abbastanza vivace e ben si sposa a una storia decisamente movimentata e ricca di azione (e soprattutto di sparatorie). Dato il buon numero di sequel o presunti tali, è inutile sottolineare che fu un gran successo: eppure la produzione italo-franco-tedesca è parecchio limitata e il regista si trova costretto a barcamenarsi (come spesso accadeva a quell'epoca) fra le campagne fuori Roma simulando le torride atmosfere del sud degli Stati Uniti. Di certo però sul cast non si è lesinato: oltre all'efficiente Garko compaiono Klaus Kinski in un ruolo marginale, Sal Borgese, Fernando Sancho e William Berger; in una comparsata c'è anche Parolini stesso, che si accredita nei titoli di testa con un improbabile pseudonimo angolofono, Francis Littleword (come regista invece sceglie di rinominarsi Frank Kramer, perchè nello spaghetti 'usa così', senza lo pseudonimo non sei nessuno). Non male le musiche: e in effetti sono firmate da Piero Piccioni. 3/10.
Doppio assalto alla diligenza carica d'oro: una banda uccide i conducenti, ma viene a sua volta sterminata da un'altra banda. Eppure l'oro non c'è: solo il pistolero Sartana sa dov'è, ma certamente non ha intenzione di svelarlo a nessuno.
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