Regia di Asli Özge vedi scheda film
FESTA DI ROMA. 'Black Box' vince la miglior sceneggiatura e colpisce per intensità e forza delle tematiche
Prodotto dai fratelli Dardenne, 'Black Box', presentato alla 18° Festa del Cinema di Roma, vince il premio per la migliore sceneggiatura.
L'interessante film vede la regia di Asli Özge, (Men on the bridge, All of a sudden) tedesca d’adozione, nata nel 1975 a Istanbul con la pervasiva Luise Heyer e Felix Kramer, Christian Berkel, Timur Magomedgadzhiev, Manal Issa, André Szymanski, Sascha Alexander Gersak.
Quante volte andiamo alle riunioni condominiali di mala voglia? Essendo a priori consapevoli di trovarci in una fucina di rancori, nido di malcontenti e ring di dissapori e antipatie malcelate?
Ecco Black box ha il pregio di mettere in luce questi incontri/scontri tra piccoli residenti. Esacerba gente che condivide uno spazio in comune, mettendo in rilievo un microcosmo pessimo e tutta la pochezza dell'essere umano.
Spionaggi, piccole ripicche, gelosie, rivalità assurde. Spesso per motivazioni irrisorie queste fanno si che dal piccolo di un condominio queste forme di inespresse violenze si estendano poi al quartiere. E da li alla città, alla nazione come una macchia d'olio, generando danni inutili e inarrestabili.
I temi del film
Il tema dell'housing della gentrification sono altresì importanti nella mente della regista. Grosse società che comprano, ristrutturano e spesso cacciano gli affittuari per trarne profitti maggiori, sono all'ordine del giorno. Cioè avviene non solo in Europa e in Germania sede del film, ma ormai ovunque.
Il tema della casa è infatti molto importante in un'epoca così precaria. E soprattutto la paura di perderla genera, nel film come nella vita, paure recondite, ancestrali che, ovviamente portano, per una lotta di sopravvivenza a scontri e affermazioni di diritti.
Altro tema interessante del film è il pregiudizio. In base alla nazionalità di persone, tacciate superficialmente di terrorismo, in base al colore della pelle o all'area non Schengen di provenienza.
Con esso, altra idea di sottofondo è lo schieramento a gruppi, collettivo. Poche sono ormai le persone che ragionano con la propria testa, rispetto a quelle labili che si fanno influenzare dalle idee e personalità altrui. La regista esplora anche la problematica del gregge, l'uno contro tutti, dove l'uno sembra l'unico rimasto ormai a ragionare, visto invece come cospiratore.
Asli Özge mette in luce questo aspetto. Il prevalere di una velata ignoranza, anche in epoca pandemica, dove nessuno sa più reagire. Si vive di accettazione di un super-potere, fatto di repressione, polizia e Super Stato che blocca il cittadino, spesso impotente incapace di opporsi e reagire.
Non a caso l'unico a manifestare è un extra europeo e proviene da dittature
La trama di 'Black Box'
L'accesso al cortile di un condominio di Berlino è bloccato dalla polizia a causa di un evento ambiguo, avvenuto all'esterno, che ha provocato lo stato di emergenza. Tra i residenti del palazzo, l'insicurezza genera paura e i pregiudizi polarizzano le posizioni. La corte del condominio diventa una fotografia del paese e delle sue divisioni. I rapporti sono basati sul potere e sul profitto e forse il vero pericolo non viene dall'esterno, come si presume, ma proprio dall'interno.
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