Regia di Henri Verneuil vedi scheda film
Nonostante la presenza di Audiard come sceneggiatore ed un nome più che rispettabile di regista come Verneuil, che io ho apprezzato diverse volte, volto, però, per lo più ad una cinematografia di azione, qui si adagia su un argomento crepuscolare, forse non nelle sue corde, malgrado un attore come Gabin. Ci sono degli show costruiti per i due attori protagonisti che allungano ed estraniano il vero intento del film, che alla fine rimane annacquato.
Albert vive la sua vita noiosa di provincia, dopo una gioventù ed una prima maturità vissuta pericolosamente; con l'arrivo di Gabriel, giovane padre in cerca di recuparare la figlia destinata ad un istituto, riesce a recuperare un certo brillio della vita di una volta, ma con la partenza di questo la vita si adagierà verso una vecchiaia spenta.
Una bravo attore caratterista, nato dal grande cinema esistenzialista francese
La moglie di Gabin, qui in sordina, ma grande attrice rivista negli ultimi films di Chabrol e morta da poco
Qui in predicato per una eredità di Gabin, ma direi che la sua strada è stata molto diversa, anche perché le possibilità sono diverse, qui si dà ad una certa improvvisazione e gigionismo che lo caratterizzeranno sempre, per costruirsi il suo personaggio del mascalzone simpatico, che poi sarà il suo limite..
Un Gabin invechiato, con il suo giogionismo cronico, non ha potuto dare al suo personaggio quello che necessitava, ma non per colpa sua
Un regista che ho ammirato in diverse operazioni, ma tutte di azione o spionaggio, dove era maestro, qui il tono è estraneo alle sue corde
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