Regia di Henri Verneuil vedi scheda film
Voto 7. Dissento quindi dal giudizio della redazione, pur riconoscendo che il regista Verneuil e i due mostri sacri Gabin e Belmondo ci hanno offerto di meglio. Inoltre, deve essere certamente sconsigliabile una versione doppiata in italiano di questo film. Si tratta infatti della prima di innumerevoli collaborazioni tra Michel Audiard, geniale autore dei dialoghi, e Jean Gabin. Le battute fanno sempre centro, ma sono in un certo senso intraducibili, come inimitabili sono il modo di parlare e la voce di Jean Gabin. La scena iniziale, con Gabin completamente ubriaco sotto i bombardamenti in Normandia nel 1944, è un po' lunga e "rumorosa". Lo stesso dicasi per lo spettacolo pirotecnico nel finale. Al di là di queste considerazioni, resta un film più che godibile grazie ad una buona sceneggiatura, ottimi interpreti, una splendida costa normanna in bianco e nero.
Minuta, dolce, efficace. La sua carriera (Suzanne si è spenta di recente) è brillantissima. La si potrebbe considerare un'Adriana Asti o una Milena Vukotic in versione francese.
Bebel è sempre Bebel. Il ruolo del giovane scapestrato gli calza a pennello.
Domina l'intero film.
Mano sicura ed ambientazioni efficaci sia per le scene girate sul litorale, che all'interno del bistrot e nell'albergo gestito da Gabin e la moglie.
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