Regia di Margherita Vicario vedi scheda film
Alla fine del diciottesimo secolo un gruppo di ragazze, ospiti di un collegio di un paesino del Veneto, si prepara a ricevere la visita del Papa. Per l'occasione il Maestro Perlina vuole comporre qualcosa di originale, ma l'impresa sembra al di sopra delle sue possibilità. Se non fosse che le giovani ospiti dell'istituto sono ben educate in materia di musica e, in testa a tutte Teresa, sono decise a creare della musica del tutto nuova con la complicità di uno strumento in forte ascesa in quel periodo: il pianoforte.
È vero che si tratta di un'opera prima e che, date le alte ambizioni del prodotto e la sua indubbia resa estetica, Gloria! va valutato con un occhio di riguardo; è altrettanto vero che si tratta di una pellicola assolutamente non convenzionale per il pubblico italiano, sostanzialmente un film in costume dalle tinte surreali, nel quale ricerca storica e lampanti anacronismi convivono felicemente – altro punto a favore del lavoro. In ultimo non si può mettere in discussione la capacità di Margherita Vicario, regista come detto al debutto, di dirigere interpreti che non sono espressamente attori cinematografici (e drammatici, come in questo caso): Paolo Rossi, Elio, Natalino Balasso: tutti perfettamente in parte. Ma, detto tutto questo, si può serenamente tirare un sospiro di sollievo e ammettere che la visione di Gloria! risulta pesantina, vuoi per la trama un po' ingarbugliata, vuoi per le atmosfere pompose dell'ambientazione (ricreata davvero bene, lo si vuole rimarcare), vuoi per la scarsità di argomenti di fondo: questo lavoro è infatti – molto onorevolmente – dedicato a tutte le donne a cui è stato impedito di esprimere il proprio talento musicale nel corso della Storia, e per quanto lo scopo sia più che nobile, concretamente non basta di per sé a riempire cento minuti di pellicola. Se si vuole essere addirittura perfidi, poi, si può constatare come in questi anni sembra necessario un certo 'femalewashing' per realizzare un film: parlare di patriarcato e della questione femminile è senz'altro fondamentale, ma a quanto pare fa anche staccare parecchi biglietti e contribuisce a portare un'opera sotto i riflettori della critica. Nulla che possa sfiorare il nucleo vitale di questo lavoro, come detto, la cui bontà dal punto di vista artistico rimane intatta. Si segnalano inoltre nel cast Galatea Bellugi, Calotta Gamba, Veronica Lucchesi, Anita Kravos, Sara Mafodda, Maria Vittoria Dallasta; Margherita Vicario – già attrice con una discreta carriera alle spalle, nonché cantautrice – è la terza regista in fila nella linea ereditaria di famiglia, dopo il padre Francesco e il nonno Marco. 5,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta