Regia di Margherita Vicario vedi scheda film
Poteva essere un buon film. L'idea di raccontare la storia di tante musiciste rimaste sconosciute chiuse negli istituti della Venezia di inizio ottocento era buona. Regista e sceneggiatori han però fatto un film pop e piuttosto kitsch, dove la musica studiata con tanto impegno cede il passo a pasticci pseudo pop decisamente puerili, forse rimandando un po' goffamente a "Sister Act", ma ovviamente in un'epoca dove non è minimamente verosimile. Ci si ritrova a sentire canzoncine stonate in stile cantautore indie nella Venezia di inizio XIX secolo. Il tutto culmina in un finale sconclusionato in cui, mentre Paolo Rossi maestro di cappella corrotto viene chiuso in uno sgabuzzino e Natalino Balasso viene colto da infarto, Elio se la ride e intanto le giovani musiciste orfane buttano all'aria anni di duro studio per cantare e suonare una roba insulsa e lanciano in aria gli spartiti. Il tutto chiuso da un ralenti degno di tanta insulsaggine. Con un po' meno ingenuità e un po' più verosimiglianza si poteva fare un film molto più godibile e significativo.
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