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Gloria!

Regia di Margherita Vicario vedi scheda film

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La recensione su Gloria!

di darkglobe
8 stelle

Gloria! È un piccolo omaggio ai fiori femminili che la storia ha spesso lasciato seccare.

Gloria! È un piccolo omaggio ai fiori femminili che la storia ha spesso lasciato seccare, svuotandoli della propria energia creativa in campo artistico. Regia e sceneggiatura di questo lavoro, ambientato agli inizi del 1800 nell’orfanotrofio e istituto musicale per giovani educande Don Ignazio in Veneto, sono di Margherita Vicario (coadiuvata da Anita Rivaroli per lo script), figlia d’arte, attrice ed eclettica musicista indie.

Il film, che ha come possibile riferimento letterario il racconto Lavinia fuggita di Anna Banti, rappresenta l’esordio alla regia della Vicario nel lungometraggio, dove mostra grande tenacia compositiva mista ad una insolita levità e piacevole vitalità narrativa, nonostante si segua uno schema diegetico assai classico, perfino nel confortante finale.

L’incipit dice già tutto quando una domestica dell’istituto, Teresa (Galatéa Bellugi), ragazza dal passato oscuro e all’apparenza muta, ascoltando le galline del pollaio e i rumori di scope e panni sbattuti da lei e dalle altre colleghe di lavoro, crea nella propria testa una allegra composizione musicale (Opening), un po’ come siamo abituati a vedere nei reel social dei vari assemblatori di insoliti rumori e versi di animali.

Poi il fuoco è su un gruppo di ragazze: l’altezzosa Lucia (Carlotta Gamba) che ha una segreta storia d’amore che spera le consentirà di abbandonare l’istituto; Bettina (la Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista); Prudenza (Sara Mafodda) e Marietta (Mariavittoria Dallasta). Sono 4 inseparabili violiniste, quasi delle sorelle, che sognano un futuro di libertà, mentre nel frattempo subiscono le umiliazioni del proprio docente di musica, Don Perlina (Paolo Rossi), noto compositore nonché responsabile dell’istituto, ma trovano almeno il sostegno complice del liutaio Romeo (Elio de Le Storie Tese).

Infine al termine della messa domenicale - il Gloria in excelsi Deo la introduce - si arriva al nocciolo della vicenda: il nuovo Papa, Pio VII, appena eletto pontefice a Venezia, farà visita all’istituto e il Governatore (Natalino Balasso) chiede a Perlina di accoglierlo con una nuova e grandiosa composizione. Peccato che il sacerdote sia in grave crisi creativa oltre che preoccupato per i guai economici che gli procura Cristiano (Vincenzo Crea), suo giovane amante gravido di debiti.

 

Concerto per il Papa, non per le vacche del paese!

Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta, Paolo Rossi, Sara Mafodda, Veronica Lucchesi

Gloria! (2023): Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta, Paolo Rossi, Sara Mafodda, Veronica Lucchesi

L’incontro/scontro tra le 4 amiche e Teresa avviene in uno scantinato dove quest’ultima, mandata dal prete a far pulizia di ratti, ha trovato uno stupendo prototipo di pianoforte che con curiosità ha imparato rapidamente a suonare, attirando di notte col suo suono le altre ragazze.
Lucia, e le sue amiche, pur se orfane, guardano con una certa diffidenza a Teresa, e con quest'ultima la stessa Lucia, anch’ella compositrice, snobbata però con sprezzo dal prelato, ingaggia veri e propri scontri musicali al piano, cadenzati da una clessidra. E un po' alla volta le ragazze vengono rapite dalle stramberie musicali di Teresa, che, priva dei condizionamenti di un rigoroso insegnamento musicale, abbandona il classicismo delle proprie coetanee, realizzando piccole composizioni moderne e poetiche che appaiono quasi un misto tra jazz e pop; il fatto consente la nascita di una inedita complicità tra le giovani, rafforzata nel seguito dalla grave crisi di Lucia, che scopre di esser stata illusa dal suo amante, ma che viene generosamente accudita dalle amiche.

Le bassezze di Don Perlina saranno travolte dall’intraprendenza delle ragazze che, nel travolgente e spumeggiante finale del Gran Concerto, si faranno beffa delle attese musicali papali e del governatore e troveranno la strada per la propria indipendenza o i propri affetti nascosti.

Veronica Lucchesi, Carlotta Gamba, Sara Mafodda, Maria Vittoria Dallasta

Gloria! (2023): Veronica Lucchesi, Carlotta Gamba, Sara Mafodda, Maria Vittoria Dallasta

Il film in qualche modo prova a restituire un doveroso omaggio a tutte le musiciste che, provenienti dai copiosi orfanotrofi tenuti in piedi in Italia fino ai primi del diciannovesimo secolo, hanno influenzato in maniera sensibile l’ispirazione di grandi compositori (la Vicario cita come esempio Vivaldi) ma il cui contributo è rimasto spesso nascosto o è stato rapidamente rimosso per motivi economici, culturali e sociali. Viene da riflettere pensando a quante difficoltà furono incontrate anche nel campo della pittura da personaggi come Artemisia Gentileschi, testimone secoli prima degli abnormi ostacoli culturali che impedivano ad una donna di conquistare fama di artista.

Elio, Carlotta Gamba

Gloria! (2023): Elio, Carlotta Gamba

Gloria! è un film in costume ma, forse grazie anche alla essenzialità della messa in scena, con saltuarie ed evidenti ispirazioni pittoriche, non c’è quell’odioso senso di posticcio che caratterizza questo genere di opere. C'è sporcizia ovunque, senso generale di trascuratezza e la possibilità di una degna accoglienza del Papa appare fin da subito impresa improba. Gli echi della Rivoluzione Francese e della sua portata libertaria arrivano a sfiorare l’istituto, virtualmente chiuso verso il mondo esterno, ma il vero moto di libertà è prima di tutto nell’animo delle stesse protagoniste.

Gloria! è anche un film musicale, perché parla di musica, ed è pieno di brani composti dalla Vicario e da Dade, pur non essendovi anche in questo caso debordi che avrebbero potuto indurre facilmente alla noia. Gradevoli e ben contestualizzati gli interventi, che segnano efficacemente perfino il momento più drammatico, con la scena delle Scale Perlina, in cui si alterna l'ira del sacerdote, che sferza aggressivamente le ragazze, all'ansia dell'attesa di una lettera d'amore che potrebbe cambiare sensibilmente il destino di Lucia. Di efficace impatto acustico anche i cori che accompagnano le composizioni barocche o i fraseggi vocali di Perlina a Venezia che segnano il disvelamento della verità sul misterioso pianoforte.

Uno dei pregi del film è probabilmente da ritrovarsi nel suo candido coraggio che, per certi versi, pare quasi un atto di pura incoscienza (da esordiente), quando si prova con una semplicità disarmante, che sfiora molteplici volte la poesia, a descrivere l’afflato delle protagoniste, il proprio sentirsi donne in un contesto maschilista gretto, ottuso ed umiliante, e a descrivere l’uso della musica che esse stesse fanno quale arma di riscatto, espressione creativa e salvifico strumento liberatorio.

Veronica Lucchesi, Galatéa Bellugi, Maria Vittoria Dallasta

Gloria! (2023): Veronica Lucchesi, Galatéa Bellugi, Maria Vittoria Dallasta

Eccellente, come non si vedeva da tempo in un lavoro italiano, la recitazione e la coesione tra gli attori, forse il vero motore trainante del film. Paolo Rossi, unico ruolo maschile di rilievo, offre una performance semplicemente grandiosa, rappresentando con incredibile efficacia tutti gli aspetti umani di un uomo debole e meschino, perso tra desideri, malinconie, ambizioni fallite, ira e ogni delusione di sorta, misurando a dovere l'espressione di quel dramma esistenziale che porterà il prelato inesorabilmente a soccombere.
Molto brave le due principali protagoniste femminili Galatea Bellugi e Carlotta Gamba, su cui spesso insiste la mdp con primi piani che seguono i loro sguardi immersi in atmosfere dai piacevoli colori sfumati o tra le oscurità delle mura squassate e buie dell’istituto. Il pianoforte per le due ragazze simboleggia l’innovazione trasgressiva - dagli altri vista quasi come demoniaca - ed è lo strumento con cui le stesse esprimono musicalmente l’una il proprio istintivo genio, l’altra la propria indole formale e classicheggiante. Lo scontro delle due anime musicali è però l’emblema di una stessa forza creativa, tutta solo e completamente al femminile.
Poco più di un cameo la presenza di Ezio che dona con garbo un pizzico di speranza e complicità alle sventurate dell'istituto.

Nelle composizioni della messa in scena viene inevitabilmente da pensare a Passion e alla teorizzazione del rapporto tra cinema ed arte pittorica. Ben contestualizzata a tal proposito è la fotografia di Gianluca Palma nostante forse l'eccesso di piani corti: piace constatare come da questo punto di vista le produzioni italiane abbiano ormai ben poco da apprendere.

Sia ben chiaro, nel mediocre panorama generale rappresentato da tanto cinema nostrano, Gloria! non è un film che fa gridare al miracolo ma è un lavoro degno di nota, pur con qualche piccola ed inevitabile sbavatura narrativa.

Passaggio in concorso all’ultima Berlinale.

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