Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Buzzanca, Montagnani, Adorf, Toffolo: esauriti i motivi per vedere questo film in un pugno di nomi, rimane da capire perchè si sia deciso di dare un seguito a Quando le donne avevano la coda (1971), sempre perpetrato ai danni del pubblico da Pasquale Festa Campanile, regista noto per le sue farsette in odore di erotismo (a volte anche qualcosa di più che il semplice odore). Probabilmente il successo al botteghino del primo episodio diede le forze economiche e l'entusiasmo per proseguire le disavventure sessual-sociali di un gruppuscolo di cavernicoli; di certo non ha portato nuove idee - già che scarseggiavano nel primo film - a questa risibile e stilizzata sceneggiatura di Jaia Fiastri in combutta con Ottavio Jemma e con Marcello Coscia (rispetto al precedente capitolo manca la Wertmuller, di cui va apprezzata la decenza di defilarsi). Forse l'unica cosa accettabile è la colonna sonora, mediocre per Morricone e Nicolai che la firmano, ma certo buona per gli standard del prodotto (non classificabili le caverne ricostruite in studio, pura scenografia televisiva).
Preistoria: i cavernicoli, fortemente fallocentrici, vivono un'esistenza scandita da momenti e fasi sessuali. Quando qualcuno inventa il denaro ed il commercio, si scopre che le due cose vanno d'accordissimo con il sesso...
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