Regia di Walter Salles vedi scheda film
Tratto liberamente dal libro “Aprile spezzato” di Ismail Kadaré, il film trasferisce il rituale atroce della faida, dal contesto albanese nel sertão brasiliano del 1910. Dove due famiglie si dissanguano per l’onore e la terra. La trasposizione o l’adattamento dai romanzi, in mani presuntuose e tronfie, si presta geneticamente alla confezione di film funzionali all’arredamento di pareti e salotti. A narrare la cronaca di un aprile da morte annunciata è un bambino, Pacù. Corse lunghissime tra gli arbusti, veglie funebri, fasce nere che contrassegnano il morituro, il sudore per macinare le canne da zucchero, due artisti da strada con trampoli e torce da mangiafuoco, panorami immobili e inespressivi come fondali di cartapesta, altalene, corde che roteano, camicie al vento su cui ingialliscono le macchie di sangue delle vittime e tanti silenzi scarichi di senso in cui il cinema naufraga. Diploma alla prevedibilità della regia e dell’impianto. Cotonato, fasullo, melenso.
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