Regia di Walter Salles vedi scheda film
Terra, aria, fuoco, acqua. Elementi primordiali assoluti e possenti come primattori, sussurrati o deliranti nella loro fisicità senza tempo. Tavole di un palcoscenico disperato dove odio e amore - un odio surreale e l’amore per la vita, per una qualunque possibile vita - duellano a colpi di una poesia acuminata e struggente, ferendo le nostre sicurezze, le nostre coscienze. Straziandoci di bellezza e di sconcerto, a riempirci di voli e di cieli per poi schiacciarci il viso nel fango dell’abiezione.
L’animo umano sublimato nelle sue essenze, retratto in una genesi che travalica le frontiere di un sudamerica senza retorica per diventare cittadino delle storie del mondo.
In un vuoto senza attenuanti, compresso sotto il peso di un sole e di un destino ugualmente impietosi, la speranza di un’impossibile pioggia liberatoria che possa cambiare il corso degli eventi, riscattandoci infine da una sorte segnata solo dalla nostra sconfinata brama di stupidità.
Un film di particolari sconfinati e di paesaggi millimetrici, di sguardi che dicono ben oltre le parole, e di parole secche come la polvere del deserto.
Un vero piccolo capolavoro.
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