Regia di Andrea Niada vedi scheda film
come due termini che dovrebbero essere positivi e comunicare sicurezza e e tranquillità(casa e educazione) possono deviare una giovane mente e indurla a credere assurdità fino alle più estreme conseguenze
una madre con sua figlia vivono in una grande casa, sole, all'interno di un grande bosco. il marito e padre, non va a lavorare da un pò di tempo e il figlio del proprietario della macelleria dove l'uomo lavora, comincia a fare domande sulla salute dell'uomo.
l'uomo si è confinato in quel luogo isolato, d'accordo con la moglie, convinto che se veramente si desidera una cosa, questa, attraverso gesti rituali, possa riotrnare in vita.
la figlia accudisce un grosso ratto in gabbia, convinta dai genitori che è il suo cane morto, solo che anche il genitore muore e ovviamente le cose si complicano.
si complicano perchè è vero che le due donne vivono con un cadavere, il cui decesso non è stato comunicato a nessuno, ma per peggiorare le cose, la madre è profondamente convinta che il coniuge possa tornare alla vita, grazie a fantomatiche doti della figlia, che esce nel bosco e con un osso tramutato in strumento che emette un distorto suonaccio, simile al rumore di una banshee, dovrebbe individuare le risposte del padre, intrappolato in una sorta di inframondo, e la zona migliore per attirarlo di nuovo verso una porta che divide i due mondi a riappropriarsi del suo corpo.
isolata da tutto e da tutti la figlia è cresciuta con questi insegnamenti paterni e l'educazione scolastica della madre che a quanto ne possiamo sapere, di mestiere fa la casalinga.
quindi imprigionata tra i deliri mentali del padre, l'educazione "approsimativa" materna per cui la l'ora di matematica è contare all'infinito e una rigidissima se non punitiva costrizione a non frequentare nessuno all'infuori di lei, portano la ragazza a sapere esclusivamente ciò che le viene detto dalla genitrice.
una madre che confinata nel nulla delle montagne per seguire il volere autoritario di un marito soggiogato da se stesso e dalle sue teorie fantasiose, inutili e malsane, e fidandosi di lui ciecamente, amalgama la figlia a suo piacere per escluderla dal mondo.
peccato che in paese ci sia un ragazzo solitario che riesce con pazienza a diventare suo amico.
è un film interessante questo HOME EDUCATION, che riesce nel poco spazio in cui muoversi e con pochi personaggi a mantenere sveglia l'attenzione e la curiosità, su una devastante violenza imposta da una madre alla propria figlia, talmente disperata per la degenerazione che ha preso la situazione, da non rendersi conto che forse non era proprio amore quello che il capofamiglia ha usato per condurre la sua famiglia in quel posto idilliaco.
quando la madre, una spossata e persa julia ormond sia nel fisico che nella mente, a furia di annichilire la figlia con accuse di non CREDERE abbastanza in quello che desidera, si rende finalmente conto che la putrefazione del corpo del marito è irreversibile nonostante le folli fandonie che lui cercava di instillare loro, da megera da antro della strega, ritorna ad essere madre e a preoccuparsi per la figlia, ma ora è tardi.
è tardi, non si torna indietro e tutto non può che peggiorare; il corpo del padre viene messo sotto vuoto mentre si gonfia ed espelle miasmi e liquidi e attira sempre più mosche; l'amico della figlia viene attirato dalla madre in un trabocchetto non immaginando cosa la corruzione mentale operata sulla ragazzina, possa produrre.
tutto è perso; l'educazione casalinga operata da due esseri confusi, sconclusionati, deragliati ha prodotto una giovane minata.
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