Regia di Andrea Niada vedi scheda film
AL CINEMA
"Le cose che vogliamo accadranno...il volere le rende realtà...
le cose che vogliamo accadranno....e quello che voglio sei tu".
In una località montana ove verdi pascoli sono attraversato da una fitta e tetra boscaglia, presso una radura antistante una strada di comunicazione principale, una madre ed una figlia si ritrovano a vivere isolate, custodendo il corpo in avvio di decomposizione del marito e padre di costoro.
Un uomo particolare, il defunto: di professione macellaio, l'uomo, taciturno e riservato, cacciatore silenzioso neo boschi limitrofi, credeva nell'esistenza di una porta che comunicasse tra il regno dei vivi e quello dei defunti, entro cui egli sarebbe potuto tornare riappropriandosi delle proprie terrene fattezze.
Convinzioni che l'uomo è riuscito ad inculcare nella mente della frastornata moglie, responsabile anche della educazione scolastica della figlia, non meno strana e problematica del padre quanto a capacità di socializzazione col mondo esterno.
L'incontro della giovane con il coetaneo figlio del titolare della macelleria ove lavorava il padre, segretamente defunto, crea dissidi interiori devastanti nella giovane, che inizia a cedere alla tentazione di scoprire il vero mondo proibito da cui è sempre stata tenuta alla larga.
L'esordio nel lungometraggio del trentaduenne Andrea Niada, milanese trapiantato a Londra, coincide con la riscrittura su formato più espanso del cortometraggio omonimo precedentemente diretto dallo stesso.
L'horror dalle atmosfere affascinanti che ricordano Cabina Fever, a sua volta esordio in regia di Eli Roth, ha dalla sua in particolare la splendida, inconsueta ambientazione, con le location straordinarie di un altopiano della Sila che ricorda foreste nordiche, più che tipi i paesaggi calabri.
La storia familiare di una follia contagiosa tutta superstizioni e follie collettive, risulta un po' asfittica per la mancanza di una narrazione che si arricchisca di stimoli e di occasioni, restando la vicenda unicamente incastonata tra i tre personaggi (più uno) presenti.
Anche la citata educazione casalinga finisce un po' per essere lasciata a se stessa, ma certo al film va riconosciuto un certo fascino e un buon incipit teso e ben gestito.
Tra gli interpreti si segnala una rediviva Julia Ormond, decisamente ed impietosamente trasformata dal passare del tempo, ma anche la giovane Lydia Page ha volto ed espressione coerenti con il ruolo di ragazza confusa e disturbata per cui è stata scelta.
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