Regia di Andrea Niada vedi scheda film
Discreto e originale thriller-horror.
“Home Education-Le regole del male” Primo lungometraggio scritto e diretto dal giovanissimo Andrea Niada. All’interno del bosco Silano, di inizio autunno, la giovane Rachel vive con la madre Carol, alias Julia Ormond, in una baita sperduta, in completo isolamento. La ragazza non frequenta la scuola e non ha vita sociale, riceve solo dalle lezioni private impartite da Carol, solo in rare occasioni effettua brevi incursioni nel bosco circostante; Rachel alias Lydia Page, dunque viene rigorosamente educata e acculturata secondo i principi e la dottrina di un misterioso culto esoterico, di cui la sua famiglia è seguace. Alla morte del padre Philip, l’oppressiva madre Carol costringe la figlia a negarne ufficialmente il decesso e a proseguire la routine come prima, in compagnia del cadavere del genitore, nella convinzione che il corpo senza vita possa resuscitare, attraverso la loro preghiera, degli arcani rituali e l’utilizzo di un richiamo, eseguito con un rudimentale corno che emette dei suoni agghiaccianti, ma soprattutto ricorrendo ad una fede cieca, che non contempla la possibilità, che Philip possa essere definitivamente defunto. Ma se dentro la casa tutto scorre secondo le farneticanti regole di Carol, fuori la sparizione di Philip desta sospetti ed ecco che nella folle tranquillità di quella casa, irrompe Dan, una sorta di fattorino, un ragazzo normale, che prova interesse per Rachel, ma che per la madre rappresenta un fattore destabilizzante; il finale è abbastanza sorprendente. Nell’asfittico panorama horror, questa favola dark a basso costo, raccontata magistralmente da Nadia, si rivela una discreta sorpresa; efficace e ricca di suggestioni, parte da un’idea originale e intrigante e procede spigliatamente, grazie ad una scrittura sobria e al contempo incisiva, un soggetto esoterico-pagano, sorta di macabro thriller bucolico; anche se appesantita da tempi morti, la trama si segue volentieri; il regista adopera principalmente le immagini, la fotografia livida e tetra è funzionale al racconto, l’habitat selvatico e oscuro, aiuta a creare un’atmosfera suggestiva e inquietante. Convincente l’interpretazione della veterana Julia Ormond, che incarna alla perfezione il ruolo della madre possessiva e preda di maniacale delirio mistico. Si può vedere
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