Regia di Joseph Losey vedi scheda film
Un Losey non certamente acclamato dalla critica e vedendolo oggi non si capisce davvero il perché, una contestazione davvero ingiustificata, iniziando dai contenuti e salendo fino al montaggio ed alla fotografia oltre che alla presenza di attori in fase magica come poche volte. Una storia che si rifà a Lola della Dietrich, scorrendo per Schiavo d’Amore della Davis, e un ribaltamento del personaggio della Signora delle Camelie in maniera perfetta. Una Moreau che porta con se il bagaglio della sue recente notorietà come musa della Nouvelle Vague e di un cinema moderno che ha lasciato le sue tracce indelebili. Visto nella versione originale con sottotitoli in francese e quindi senza tagli che nella versione italiana non mancarono e che oggi farebbero sorridere qualunque alunno della scuola elementare, tanto che nella versione italiana, abbastanza stravolta, la regia fu co-firmata da Guidarino Guidi. Una riflessione profonda sul comportamento di un uomo che gradualmente arriva alla completa disfatta di sé stesso, tramite l’irretimento illogico da parte di una donna che lo distruggerà non senza un atteggiamento sadico ed indifferente. Il racconto è tratto da un colorito romanzo di James Hadley Chase e sceneggiato da Evan Jones e Hugo Butler, collaboratore fedele di Losey che però fu costretto a lasciare per diverbi con la produzione, il regista riporta il discorso ad un rapporto sado-maso, come era successo anche in altri suoi film, con la bandiera principale vista ne IL Servo. Gianni Di Venanzio è davvero inarrivabile con la sua direzione di fotografia di una Venezia in bianco e nero che non fa rimpiangere mai quella della città presa nei suoi migliori technicolor, ma Di Venanzio è grande anche nelle riprese degli interni, riuscendo perfettamente a entrare nel pensiero artistico di Losey. Un film da riscoprire, come da riscoprire è un po’ tutta l’opera di Losey, frutto sempre di una diversità che in certi casi lo ha penalizzato, ma che oggi lo pone ai vertici del cinema in senso lato. Una curiosità il film doveva essere girato da Godard, sempre con protagonisti la Moreau e Baker, ma all’improvviso il regista si ritirò e l’attore suggerì Losey dato che lo aveva già conosciuto prima, per il regista fu comunque una esperienza davvero traumatica in balia di produzione e distribuzione che ne fece quello che voleva, senza tenere conto della sua volontà, oltre la versione italiana ce ne furono altre che sforbiciarono a volontà e senza criterio, ottenendo in più casi delle incongruenze di trama e di inquadrature.
Una storia drammaticamente valida, con sfumature non facili
Una regia perfettamente pèersonalizzata, ma bisogna vedere la verione lunga
Musa impossibile
Ottima scesa agli inferi
Buona interpretazione, forse una delle sue migliori e non quelle della Tv di oggi
Personaggio penalizzato molto nella verione italiana
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