Regia di Leos Carax vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 77 - CANNES PREMIÈRE
“Dove sei Leos Carax?"
Questa è la domanda, mentre la risposta è il cortometraggio che segna il ritorno in regia di Leos Carax a tre anni dal controverso, certamente geniale Annette. Chi ha posto il quesito è il prestigioso centro multifunzionale d'arte e di cultura Pompidou, nella piazza omonima del centro di Parigi, che ha coinvolto Carax in un progetto poi non ultimato, che tuttavia ha avuto almeno il merito di istigare il funambolico cineasta ad una sintesi del suo percorso artistico compiuto sino ad oggi.
Carax si racconta attraverso immagini cardine di alcuni suoi meravigliosi lavori, da Rosso Sangue ai disastri economici del meraviglioso e commovente Gli amanti del Pont Neuf, a Holy Motors, probabilmente il suo capolavoro assoluto, non a caso incentrato su una figura misteriosa e dai tratti inquietanti che viaggia perennemente da una vita all'altra, rubando esistenze, intimità e osservando il volgere del tempo e la vita degli esseri umani mentre affrontano le incognite del futuro.
Dove sei? è inevitabilmente una domanda vaga, che tuttavia predispone a riflessioni anche amare su ciò che è stato, perché comprende dolori che si alternano a gioie creative a volte concepite proprio per sopravvivere ad un'ansia, uno stress, un disagio, una tensione che invita a creare un racconto.
Poi Carax si guarda attorno e la propria esistenza privata lo fa rendere affine, o almeno compatibile, con una personalità complessa e controversa come quella di Roman Polanski, genio creativo ed epicentro di drammi umani, efferatezze che lo sfiorano, episodi di violenza sessuale che lo marcheranno a vita, tra colpevolisti senza appello e cinefili adoranti protesi a dimenticare.
Carax ha vissuto egli stesso drammi e complessità d'animo che probabilmente sono gli ingredienti che hanno saputo ispirarlo e renderlo unico.
Probabilmente ad un prezzo che, da spettatori, non siamo in grado di poter valutare se non attraverso l'emozione che le immagini prescelte di un'opera controversa e magnifica di questo suo cinema tormentato e isterico riesce a comunicare.
Un sentimento che, peraltro, si traduce alla perfezione nei tratti angosciati e perennemente contriti del suo attore feticcio, il fantastico Denis Lavant, perfetto contrappunto di una perfezione classica espressa dal viso pudico di Juliette Binoche, puro e sacro in Mauvais Sang ma pure, compromesso da stenti e cecità, nel monumentale Les amants du Pont Neuf. Leos Carax, non meno di altri autori connazionali del calibro di Gaspar Noè e Bruno Dumont, è un autore magnifico e perduto, in grado di trarre la massima aspirazione artistica proprio dai tormenti che lo assillano e lo rendono più sensibile a cogliere quel disagio che rende unici i personaggi, spesso inquietanti, che popolano il suo cinema disperato e sempre sull'orlo del precipizio.
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