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Santocielo

Regia di Francesco Amato vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Santocielo

di Souther78
1 stelle

Guazzabuglio pseudo lgbqt che segna il declino definitivo del duo (fu) comico, con l'abdicazione al finto buonismo, al finto politicamente corretto, e, soprattutto, alla vera comicità. Non fa ridere, ma soltanto rabbrividire. Da dissacratori, questi due sono divenuti filopolitically correct... e si vede! Addio e a mai più!

 
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Forse il duo comico si è ispirato a questo celebre dubbio di morettiana memoria, prima di decidere se presentarsi (al cinema) con Santocielo. Certo è che la risposta è stata quella sbagliata: presentarsi, per restare in disparte (dalla comicità e perfino dalla digeribilità) li ha fatti notare assai più di quanto avrebbe fatto una elegante e adeguata assenza.
 
A nome di tutto il pubblico, una preghiera: la prossima volta, prendetevi una lunga pausa di riflessione, prima di presentare l'ennesima fatica... per chi la guarderà. In effetti mantenere la lucidità durante la visione è realmente qualcosa di miracoloso. L'incipit è ingannevole: pur non regalando alcuna reale risata, sembra però partire con brio, con un Giovanni in spolvero e una serie di comprimari che reggono il gioco. Si avverte fin da subito qualche cedimento in abbozzi di "battute", che non decollano, ma si confida nel prosieguo. Qui, il gioco comincia a farsi insopportabile precocemente, e le due ore di durata, da promessa di buon intrattenimento, iniziano a profilarsi quale gara di sopravvivenza (al sonno).
 
Le idee sono poche e confuse. Cosa peggiore, ripetitive e ripetute allo sfinimento: la stessa "gag", reiterata ancora e ancora e ancora sarebbe fuori luogo in qualsiasi caso, figurarsi poi ove sia addirittura fiacca già al primo giro.
 
Una volta questi due signori facevano ridere e sorridere attorno alla cultura delle loro origini, silurando senza tregua gli aspetti più critici dell'Italia del nord e del sud, con poca preoccupazione verso il politicamente corretto. Qui, per contro, assistiamo all'inversione diametrale, con il risultato che la società viene stereotipata al contrario, in un buonismo dilagante che vede i conterranei del duo contendersi la bandierina del più lgbqt friendly. Non soltanto, quindi, privo di mordente e di vis comica, ma pure mistificatorio e ingannevole.
 
Nulla funziona in questo disperato tentativo di rinverdire i fasti del tempo che fu: la trama è agghiacciante, la recitazione a tratti disarmante, i personaggi inverosimili e spesso imbarazzanti. Di sicuro la "morale" è l'aspetto più biasimevole.
 
Il lato migliore dell'opera? Essere talmente inguardabile, manifestamente falsa e ingannevole, da sortire l'effetto contrario a quello sperato, quindi rendendo evidente come certe posizioni siano intellettualmente disoneste, meschine e manipolatorie.
 
Ebbene, cari nostri, la prossima volta non dubitate: vi si nota di meno (e meno male!) se non venite per niente!
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