Regia di Francesco Amato vedi scheda film
AL CINEMA
L'umanità non si merita granché, ed anzi le si addice un castigo biblico o un rimedio efficace per correggeremo comportamenti sbagliato.
Questa visione avviene dall'alto, presso un Paradiso tra le nuvole, in subbuglio da quando la democrazia ha spodestato persino l'autoritarismo, fino a poco prima legittimato e fuori discussione, nelle mani di un Creatore bonario e brontolone, favorendo invece decisioni di tipo assembleare caratterizzate da delibere a maggioranza. In questo contesto decisamente surreale e piuttosto grottesco, c'è aria di decisioni importanti. L'ultimo provvedimento divino, imposto come atto dovuto e prescelto con scrutinio quasi palese, scongiura per un soffio un nuovo diluvio a favore della venuta di un nuovo Messia.
A riportare in Terra il figlio di Dio, conferendogli il tocco appropriato che possa permettere divinamente ad una donna scelta sul momento di rimanere incinta, viene inviato un angelo ingenuo, canterino e sbadato di nome Aristide.
Per una serie di equivoci e sbadataggini, l'inviato finisce per fare un gran pasticcio: renderà infatti gravido addirittura un uomo, la cui scelta occasionale vedrà coinvolto un certo Nicola.
Lo sfortunato prescelto si rivela un bigotto vicepreside, spesso oggetto di scherno da parte dei suoi alunni, che si concede all'alcolismo come affronto alla infelicità provata di recente a seguito dell'abbandono da parte della propria consorte, disamorata e demoralizzata per non riuscire a generare un figlio.
La straordinaria situazione fa si che l'angelo pasticcione venga abbandonato sulla Terra e si invaghisca di una giovane suora, mentre lo stato interessante del vicepreside si trasforma presto nello scoop dell'anno.
Dopo il successo del già puerile Il primo Natale (2019), la coppia di noti comici Ficarra & Picone torna a prenotarsi una provvidenziale uscita natalizia con un altro filmino inerente la natività. Le perplessità con questo Santocielo, restano sostanzialmente quelle del film precedente, e la scelta di affidare la regia ad un regista "vero", nel caso Francesco Amato, non aiuta a garantire evidenti effetti che consentano di definire l'operazione come più riuscita, se non altro dal punto di vista tecnico.
Più che di blasfemia, accusa recente di cui si è fatto portatore il film, che può apparire forse esagerata, per quanto sconcertante possa rivelarsi l'ostentato ridicolizzarsi e banalizzarsi di certi contesti e dogmi fondamentali per ogni serio credente cattolico, e che, probabilmente, ha fatto bene economicamente allo stesso richiamando frotte di pubblico altrimenti distratto da altre offerte concorrenti, la nuova fatica con Ficarra & Picone risente più che altro di un eccessivo infantilismo di scrittura e concezione dello script.
Una circostanza che rende il film davvero puerile e sciocco oltre ogni possibilità di salvezza tramite battute e situazioni a metà strada tra l'onirico e il.grottesco.
Nel cast, oltre ai due comici, la parte imbarazzante di Dio pasticcione e pieno di sé è affidata a Giovanni Storti del noto Trio, mentre la migliore tra tutti è Barbara Ronchi, moglie separata del vicepreside, che si adopera con talento a rendere i tratti insicuri di una donna, di professione psicologa, che combatte con tutta se stessa per comprendere i propri veri sentimenti poco decifrabili.
La sua bella prova, tuttavia, non riesce a cambiare le sorti di un filmetto che resta evanescente, a tratti disarmante, quasi sempre indifendibile.
Prima dei due comici, commedie fantastiche incentrate su assurdi temporali o fenomeni inspiegabili hanno spesso regalato al pubblico film davvero divertenti che sono diventati epocali.
Tra costoro impossibile non ricordare come più ideale esempio quell'esilarante delirio di situazioni divertentissime che fu Non ci resta che piangere, diretto quasi quarant'anni orsono, da e con i due eccezionali Benigni e Troisi.
Le esperienze natalizie di Ficarra e Picone, di per sé coppia comica piuttosto interessante e accattivante, a parte il dignitoso l'ora legale del 2017, non paiono destinate, almeno fino ad ora, a rimanere scolpite nella memoria collettiva con tale incisività, ma anzi si rivelano davvero piccole cose di una inconsistenza e scontatezza sconcertanti.
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