Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Da un soggetto di Fellini e Pinelli una pellicola che tenta agganci col neorelismo in chiave rivisitata rendendo omaggio a due giganti del passato, risultando spesso fin troppo frankcapregiante, un Match Point in salsa napoletana con due ragazzini protagonisti disegnati con accuratezza manierata. La bimba a insistere tra il catatonico e il meccanizzato ma con discreta verve, il ragazzino artificioso pure lui ma con una buona dose di spontaneità e faccia da schiaffi.
A legare il solito Favino che gigioneggia con disinvoltura in qualsiasi parte e ogni situazione.
I richiami sono molteplici ovviamente, da Paisà ai rudimentali volti felliniani, passando per dramma e commedia e cinema d’autore, la fotografia impreziosisce e si ritaglia attimi consistenti e la pellicola scorre come un piroscafo sull’oceano carico di nuove speranze.
E la storia vede i due ragazzini tentare il viaggio da clandestini sulla nave diretta a New York per ritrovare la sorella della piccola, in una fase che ricorda La leggenda del pianista sull’oceano per atmosfere e affinità e un soggiorno americano molto fantasioso ma anche troppo incline e propizio, tutto in funzione, con l’occhio di poi, all’efficace epilogo.
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