Regia di Nunnally Johnson vedi scheda film
Molle e fiacca trasposizione di un successo teatrale. Lasciando perdere l'evidente inconsistenza della pellicola (dopo il debilitato inizio appariva davvero dura sciropparsi per intero il film), sono le performance degli attori a contare. Niven batte la fiacca e la Rush non supera la sufficienza. Entrambi si fan rubare la scena dalle due presunte spalle Dailey e Rogers che, deo gratias, intervengono in maniera risolutrice. Bravissimo il primo, spigliata la seconda (esibisce un personalino davvero notevole). Brilla anche Randall al suo esordio cinematografico e non poteva essere altrimenti, non solo perché il copione lo conosceva a menadito in quanto già recitato sui palcoscenici di Broadway, ma soprattutto per la sua comprovata bravura. Grandissimo e pimpante caratterista figurerà in innumerevoli commedie che beneficieranno molto della sua vibrante e scoppiettante verve. Il meglio, per quanto riguarda la pellicola in questione, lo si ha nella parte centrale, nell'appartamento della Rush, dove si fronteggiano proprio Randall e Dailey, dando un autentico saggio della loro scuola.
Una prova considerevole la sua: recita l'arte del recitare. Moderato, enfatico, acceso, apatico, serio od ironico, mette in mostra tutto ciò che dovrebbe esser capace di fare un attore da un momento all'altro ed in imbarazzo David Niven.
Seducente in rosso, patisce però il brio della Rogers. Ma forse, come nel caso di Niven, dipende in parte dai ruoli sostenuti.
Brillante, svaria e si agita bene.
Gli affidano la parte di uno psicanalista pedante, inibito e compito. In pratica deve semplicemente essere sé stesso. Non spende una briciola d'energia in più.
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