Regia di Pál Fejös vedi scheda film
Questo film muto diretto dall'ungherese Pal Fejos è molto meno conosciuto delle opere dei maestri come Stroheim o Sternberg, ma meriterebbe di essere riscoperto anche da nuove generazioni di spettatori. Io l'ho visto in una copia mandata in onda anni fa da Fuori orario e poi in una copia su Youtube con colonna sonora, ma entrambe risultano mute, prive di alcune scene parlate che invece sembra fossero incluse al momento dell'uscita nelle sale. È una storia molto semplice che vede un "breve incontro" a Coney Island fra un operaio e una telefonista, girata con notevole consapevolezza tecnica e un massiccio ricorso alle sovraimpressioni e ad altri effetti visivi, ma è anche un film che colpisce per una freschezza priva di artifici e per una dose di umanità spesso commovente. Fejos segue da vicino i suoi protagonisti, soffre e gioisce con loro e in alcune scene anticipa alcune tecniche di ripresa e modalità di rappresentazione tipiche del Neorealismo italiano. Gli attori sono diretti con scrupolo neorealista e risultano spontanei, ci sono poche didascalie rispetto alla media del muto, forse solo qualche ripetizione qua e là, ma il risultato complessivo è intelligente e gradevole anche a distanza di tanti anni. Le affinità con "La Folla" di King Vidor ci sono per l'attenzione portata alla vita degli umili, ma questo è un film meno tragico nelle sue notazioni intimiste; invita a riscoprire l'opera del regista ormai dimenticato.
Voto 8/10
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