Espandi menu
cerca
Come può uno scoglio

Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 164
  • Post 16
  • Recensioni 11128
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Come può uno scoglio

di mm40
2 stelle

Pio è un avvocato per bene che ha ereditato le ricchezze di famiglia, Amedeo uno squinternato e scapestrato autista per caso. L'incontro tra i due smuove le coscienze d entrambi, rivoluzionando le loro vite.


Come può uno spettatore spendere 7 euro (prezzo medio di un biglietto del cinema al 2023) per vedere una sonora porcheria come questo film? Eppure c'è chi ci è cascato e ha fatto sì che Pio & Amedeo continuassero a credersi degli attori, sebbene Come può uno scoglio non sia stato questo grande successo di pubblico. Ma c'è chi ci è cascato, per l'appunto, e tanto basta a rimanere allibiti. Non si sta parlando di una sconcezza assoluta, sia ben chiaro: la pellicola in odore di commedia(ccia) cinepanettoniana è in realtà un concentrato di banalità, battutine da risate a denti stretti, robe già straviste e facili soluzioni narrative, senza però alcun tipo di eccesso in termini di scabrosità di argomenti o di volgarità di linguaggio e visiva. Pio e Amedeo sono ben affiatati e buon per loro, ma al cinema risultano davvero stucchevoli, soprattutto se infilati a forza in un'opera come questa. La sceneggiatura è colpa del duo di protagonisti e del regista Gennaro Nunziante, che li dirige per la seconda volta dopo Belli ciao (2022) e indubbiamente rimpiange i bei tempi andati del sodalizio di successo con Checco Zalone. Qui siamo alla comicità per famiglie, con tutto quanto ne consegue: meno cattiveria, meno vivacità, meno temi controversi, meno idee in generale, per non turbare troppo il placido pubblico. Peccato, ma non ci si poteva d'altronde aspettare granché di più coraggioso da un titolo di questo tipo; si segnalano nel cast anche Claudio Bigagli, Nicola Rignanese, Francesca Valtorta e Rodolfo Corsato. La morale del lavoro, se così può definirsi (e il riferimento è volutamente ambiguo: sia alla morale che al lavoro), viene messa in bocca a Bigagli nel prefinale: “tutti questi giovani che ripetono 'bro' e 'fra' ci dicono che oggi c'è tanto bisogno di affetto, di una famiglia, di legami stretti” (parole non letterali, ma interpretate). Come può uno spettatore reggere tutto questo, specie se ha speso dei soldi per vedere il film in sala? 2/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati