Regia di Christophe Lamotte vedi scheda film
Tema potenzialmente interessante, ma sviluppato male. Dialoghi banali e scarsa introspezione dei personaggi
Alice, è una giovane infermiera che vive con il marito Thomas, alias Kad Merad e il figlio di 8 anni nella provincia francese. Ha una vita serena, in una ideale famiglia “da mulino bianco”, All’improvviso però arriva il “fulmine a ciel sereno” Thomas marito e padre esemplare di suo figlio è sospettato di essere Antoine Durieux-Jelosse, il famigerato assassino scomparso quindici anni prima, dopo aver sterminato tutta la sua famiglia e che si sarebbe ricostruito un’altra vita sotto mentite spoglie. Sophie Lancelle capo della polizia, lo bracca da tempo, convinta della sua colpevolezza. D’altronde di Thomas non si sa nulla, parrebbe originario della Russia, di un paese piccolo e sconosciuto, a diciotto anni avrebbe perso i genitori, vivendo per strada, poi più nulla fino ad un incidente automobilistico, che lo avrebbe costretto ad una plastica facciale, un incendio avrebbe bruciato i documenti, insomma lui non riesce a fornire indicazioni che riguardino il suo passato, non c’è un amico , un conoscente o un parente che possa confortare con una testimonianza la sua tesi innocentista, i sospetti si moltiplicano. Sophie in prima battuta è fermamente convinta che suo marito sia vittima di un incidente giudiziario e delle azioni di una poliziotta che per frustrazioni personali, si accanirebbe ingiustamente contro di lui, intanto la piccola comunità in cui vivono, ne prende le distanze. Viene licenziato dal cantiere navale presso cui presta servizio, la moglie viene sospesa dall’ospedale, gli amici e i conoscenti si tengono opportunamente alla larga , il figlio viene bullizzato a scuola, i suoceri vorrebbero che la figlia tornasse presso di loro; di fatto la coppia si ritrova isolata e senza risorse, al punto che Thomas medita di lasciare il paese; nel frattempo Alice dopo un maldestro tentativo del marito di mettere in piedi una farsa, che avallerebbe la sua versione, prontamente smontata, finalmente comincia a dubitare dell’uomo, che ha al suo fianco da otto anni.
Il film è ispirato all’autentico caso Dupont de Ligonnes, un quintuplice omicidio rimasto però irrisolto; nel 2011 vennero trovati i corpi dei 5 membri della famiglia seppelliti in giardino, a Nantes. Il principale sospettato fu l’unico sopravvissuto, appunto Xavier Dupont, ma costui riuscì a far perdere le sue tracce, le indagini sono tuttora in corso, un mistero anche il movente.
Leggo recensioni severe e purtroppo non riesco a smentirle. Il tema teoricamente sarebbe interessante, ancorché già declinato in svariate salse, ma la sceneggiatura scricchiola, penalizzata da, buchi temporali,dialoghi banali e soprattutto da una scarsa introspezione psicologica dei personaggi, che invece costituisce il nodo centrale della vicenda: quanto e cosa si può capire circa l’indole di una persona, che si frequenta intimamente e per tanto tempo? Come è possibile ,per una moglie, prendere una cantonata siffatta e scambiare l'incarnazione del male, per un esemplare marito e padre di famiglia?
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