Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Film controverso di Sorrentino: luci e ombre
Siamo nel 1950, La famiglia Di Sangro trepidamente attende la nascita della secondogenita. Al parto, nelle acque di Posillipo assistono il fratello maggiore Raimondo e Sandrino, figlio della governante della lussuosa villa dove abita la famiglia; la si chiama Parthenope, protetta del facoltoso e potente Armatore Achille Lauro, vive un'infanzia agiata.Salto temporale: passiamo al 1970. Parthenope è ormai una ragazza avvenente e indipendente, frequenta le lezioni di Antropologia del professor Devoto Marotta, sobrio e severo, col quale intrattiene argute schermaglie verbali. Durante l'estate, Raimondo Parthenope e Sandrino si recano in vacanza a Capri, lì conosce e prova inutilmente a concupire lo scrittore omosessuale John, mentre un ricco imprenditore prova a conquistarla vanamente; Raimondo corteggia una ricca ereditiera, ma all’atto di baciarla, scopre di non poter amare nessuna donna se non sua sorella. Quando Sandrino consuma con Parthenope un fugace rapporto sessuale, Raimondo si suicida, lei incolpa Sandrino e lo invita a sparire dalla sua vita. 1974. Per esorcizzare il senso di colpa, Parthenope chiede al professor Marotta di sostenere una tesi di laurea sul tema del suicidio; il docente la accetta come tesista, ma con un altro argomento: l'impatto culturale del miracolo. Di lì a poco, tuttavia, Parthenope interrompe gli studi per fare l’attrice. Dapprima si reca da Flora Malva, un'anziana diva col velo, a causa di una sciagurata plastica facciale, che a sua volta la manda da Greta cool, veterana attrice di origini partenopee, trasferita nel Nord Italia: durante un party di Capodanno in suo onore, invece di ringraziare, tuona improperi e insulti contro Napoli e i napoletani, finendo con accapigliarsi col manager, lei consiglia a Parthenope di non lasciarsi incantare dalla mondanità. A seguire la giovane frequenta Roberto Criscuolo, piccolo boss che la conduce nei quartieri popolari napoletani, qui assiste a un tribale rituale” la grande fusione”, durante il quale gli eredi di due famiglie camorriste si accoppiano davanti a tutti i familiari, per mettere fine alla loro faida e sugellare la pace. Parthenope incinta di Criscuolo, si procura l'aborto, mentre il paese vive in trepidazione gli "anni di piombo", nel frattempo completa gli studi e si laurea col massimo dei voti; Marotta la prende come propria assistente.1982. Parthenope è ormai una brillante ricercatrice; dovendo scrivere un articolo sul miracolo di San Gennaro, decide di chiedere lumi al cardinale Tesorone, custode delle ampolle del Santo, per analizzare il fenomeno; Marotta la mette in guardia dal prelato, personaggio effettivamente ambiguo e losco, col quale lei ha un superficiale e breve “petting”; Marotta va in pensione e le propone di sostenere il concorso a Trento, per poi rientrare come titolare di cattedra; le presenta suo figlio, un abnorme individuo affetto da una mostruosa obesità e un grave ritardo mentale, attaccato ad una flebo e inchiodato su una poltrona a vedere la tv. 2023. Anziché tornare a Napoli, Parthenope è rimasta a insegnare a Trento, poi finalmente in pensione, la donna decide di fare ritorno nella propria città; sorride contenta davanti ad una carovana in festa per la vincita del 3°scudetto. Leggo di tutto sul conto di quest’ultima fatica di Sorrentino, molti gli entusiasti, molti i detrattori. Il film è ambizioso o forse sarebbe meglio dire pretenzioso. Il regista partenopeo vola alto, ovvero estremizza sempre di più le sue caratteristiche e il suo stile narrativo, sempre più visionario, sempre più radicale e trasgressivo. Qualche utente” illuminato” ha scritto che Sorrentino, come all’epoca Fellini, è cascato nell'errore di rifare sé stesso: pienamente d’accordo. Questo è un film su Napoli, come “E' stata la mano di Dio; sull'alta borghesia, come “La grande bellezza”; con barocchismi eretico-religiosi, come “The Young Pope”; con maschere caricaturali, tipo quelli di “Loro"; con Stefano Sandrelli che trascina un trolley, come Sean Penn in "This Must Be The Place”; con una giovane donna seminuda e incantevole che esce dall'acqua e incanta i vegliardi, come succedeva in "Youth". Insomma a ben vedere non c’è niente di nuovo e questo sicuramente è un dato negativo. Di contro c’è la consueta padronanza della Mdp, da parte del regista, che ci regala immagini e fotografie raffinatissime, di grande impatto visivo; da questo punto di vista Sorrentino è come sempre impeccabile. Il cast è stato scelto con cura meticolosa: Stefania Sandrelli, Luisa Ranieri, Silvio Orlando, Peppe Lanzetta, Isabella Ferrari e soprattutto la “new Entry” Celeste della Porta: una bella scoperta. Il film comunque è da vedere
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