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The Witch Who Came from the Sea

Regia di Matt Cimber vedi scheda film

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La recensione su The Witch Who Came from the Sea

di undying
8 stelle

Film su un serial killer femminile dalla personalità schizofrenica, dolce e delicata quando in compagnia degli affetti più cari, feroce e sanguinaria nell'intimità con occasionali amanti. Melodramma dalle sfumature horror molto ben diretto e recitato con sentimento da Millie Perkins (un cognome che, caso vuole, rimanda al più celebre Norman Bates).

 

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Santa Monica (California). Molly (Millie Perkins), quando si trova assieme ai piccoli nipoti - Tadd (Jean Pierre Camps) e Tripoli (Mark Livingston) -, racconta loro storie di fantasia sulla scomparsa di suo padre, un vecchio capitano di mare. In realtà Molly, quand'era bambina, ha subìto ripetuti abusi da parte del genitore, tanto che, crescendo, ha maturato una personalità fortemente squilibrata. Alcolizzata e disfunzionale, lavora come cameriera in uno squallido bar in prossimità del mare, entrando in contatto con molti uomini. Le sue relazioni sono però molto brevi e si concludono, solitamente, con la morte del temporaneo partner. Le cose cambiano quando conosce Alexander McPeak (Stafford Morgan), l'interprete di un popolare spot televisivo.

 

"Penso di averlo ucciso. Perché l'ho fatto? Era così bello. Penso che, forse, un pò mi amava."

(Molly)

 

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The Witch Who Came from the Sea: Millie Perkins

 

Raro esempio di horror al quale la definizione di "genere" non rende merito e pure gli sta stretta essendo, in buona sostanza, un melodramma dalla fosche tinte. Controtendenza rispetto alla corrente "estrema" del periodo (Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi) e persino estraneo al filone slasher destinato a proliferare da lì a qualche anno - complice l'Halloween (1978) di John Carpenter (non il primo della filiera body-count, ma senz'altro il più importante e di successo) -, The Witch Who Came from the Sea si contraddistingue per il particolare lavoro effettuato in sceneggiatura da Robert Thom, per la raffinata ed elegante direzione di Matt Cimber (produttore e regista che, a cavallo degli anni Sessanta/Settanta, ha praticato il filone pruriginoso dei "nudie" educativi e del collaterale "mondo movie") ma, in maniera particolare, per la sentita e partecipata immedesimazione di Millie Perkins (moglie di seconde nozze, in sposa allo sceneggiatore del film, Robert Thom, dopo il divorzio con Dean Stockwell). Raccontando una storia di (ordinaria) follia, scaturita da un trascorso desolante vissuto tra le pareti domestiche, il film procede come un perturbante dramma tutto al femminile, sullo stile di Repulsion (Roman Polanski, 1965). Scenografie e location malinconiche e decadenti (spiagge prive di sole, riprese di mare mosso, infimi locali notturni) fanno da cornice alla cupa, cinerea, sconsolante esistenza della turbata protagonista, la cui traumatica infanzia rivive per gradi mediante il supporto di flash back. Protagonista turbata e fors'anche schizofrenica, dato che non ha consapevolezza (o, più probabilmente, finge di non ricordare) d'essere stata responsabile di una lunga catena di delitti: vittime giovani aitanti, muscolosi, vigorosi e addirittura sportivi, colpiti a tradimento nel momento di massima distrazione (durante l'amplesso).

 

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The Witch Who Came from the Sea: scena

 

La furia degli omicidi (conclusi brutalmente fuori schermo, perciò ancor più suggestivi) è inversamente proporzionale alle ragioni che muovono la delicata, ma irrefrenabile, mano assassina. Nelle strazianti battute finali - perché la Perkins riesce con una recitazione di altissimo livello, empatica e sentita, a farci, malgrado tutto, simpatizzare con l'assassina - emerge la vera personalità nascosta di Molly, quella più dolce e sensibile che la tiene saldamente unita agli affetti più cari (i nipotini, il fidanzato, la sorella). La svolta finale, destinata a una conclusione sciagurata ma al tempo stesso lacrimevole, rende parzialmente "giustizia" alle vittime e ugualmente, cioè a pari merito, fa torto alla ragione.

 

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The Witch Who Came from the Sea: Millie Perkins, Jean Pierre Camps e Mark Livingston

 

The Witch Who Came from the Sea è uno dei migliori horror d'atmosfera anni Settanta, in virtù della presenza di un personaggio femminile molto ben raffigurato, dotato di personalità carismatica, contraddittoria, al medesimo tempo belva aggressiva e fragile figlia alla disperata ricerca d'aiuto. Molly è una donna volubile, capace di passare con sconcertante semplicità dall'atto di porgere una carezza a quello d'infliggere una decisa coltellata; manifesta una frammentata identità che rimanda, ovviamente, anche al Norman Bates interpretato da Anthony Perkins. Di fatto, però, rispetto al grande Hitchcock, Thom e Cimber si spingono molto più a fondo nell'analisi di questa degenerazione interiore e invisibile, penetrando sino alla radice della psiche contorta e sofferente di Molly, nel tentativo di capire perché, e come, un'anima sensibile e fondamentalmente buona possa trasformarsi in belva sanguinaria. Le risposte - non esaustive, per nulla tranquillizanti, affatto definitive - arrivano prima dei titoli di coda, sottoforma paradossale di domande, evocate durante l'ultimo agonizzante viaggio dell'impotente protagonista, mentre percorre lucidamente quel non-spazio fisico, a ritroso nel tempo, ch'è costituito dai ricordi di una vita passata. Ricordi che appaiono sullo schermo con luce soffusa e fotografia sbiadita, metafora del pregresso mnemonico dell'assassina quando ormai in prossimità dell'oltretomba: Molly è vittima o colpevole? Prima di diventare una paranoica, pericolosissima, serial killer, è stata certamente una vittima, quella a capo della lunga catena, colpita con effetti devastanti, intimamente, proprio da chi avrebbe dovuto prendersene cura. Opera non indicata per chi cerca brividi a buon mercato, dato che il sangue scorre surrettiziamente solo a margine dello schermo, restandone giustamente fuori. L'intrattenimento era forse il punto di partenza degli autori, destinato, work in progress per la spettacolare prestazione della Perkins, a diventare sul set qualcosa d'altro: un sincero e riuscito tentativo di porsi moralmente in difesa della donne oppresse, sacrificate, sottomesse dalla forza brutale di padri, mariti e amanti; vere e proprie martiri il ché, deve intendersi (come suggerisce il titolo, più che appropriato), tutte le streghe di ieri, di oggi e di domani, nessuna esclusa, comprese quelle più cattive, malvagie e crudeli.

 

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The Witch Who Came from the Sea: scena

 

Citazioni

 

"Molly really knows how to cut men down to size!!

Molly sa come ridimensionare gli uomini!!"

(Tagline)

 

Un avventore dell'ambiguo locale in cui lavora Molly chiede al barista se ci sono vergini in sala, ottenendo la seguente, illuminante, risposta:

"Una vergine? Se c'è, è una ragazzina di cinque anni, molto brutta..."

 

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The Witch Who Came from the Sea: Millie Perkins 

 

"Se la specie umana sopravviverà, gli uomini del futuro considereranno la nostra epoca illuminata, immagino, come un vero e proprio secolo d'oscurantismo. Saranno indubbiamente capaci di apprezzare l'ironia di questa situazione in modo più divertente di noi. È di noi che rideranno. Sapranno che ciò che noi chiamiamo schizofrenia era una delle forme sotto cui – spesso per il tramite di gente del tutto ordinaria – la luce ha cominciato a filtrare attraverso le fessure delle nostre menti chiuse."

(Ronald Laing)

 

Trailer 

 

F.P. 01/06/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 87'49")

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