Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi), Luca Damiano vedi scheda film
Insieme al fidato servo muto, il veneziano Marco Polo deve scortare una principessa asiatica fino in Oriente, alla corte del Gran Khan, che desidera una sposa illibata. Problema: l'avvenente ragazza mette subito in tentazione Marco Polo, la cui vita però dipende dalla verginità della giovane.
Marco Polo deve portare una vergine in Katai; Marco Polo è Rocco Siffredi; al minuto 9 la vergine non è più tale. Questa 'storia mai raccontata' del viaggiatore veneziano è naturalmente una pellicola pornografica, con protagonista indiscusso il divo per eccellenza dell'industria dell'hard nostrano; se non è mai stata raccontata in precedenza un motivo c'è ed è la pretestuosità della trama, finalizzata a mostrare quanti più amplessi possibile - si capisce. Questo lavoro appartiene a quella schiera di film hard con un discreto budget e una lavorazione a suo modo importante a monte: pur non esistendo crediti di sceneggiatura, il copione risulta sufficientemente raffinato da – skippando le numerose scene di sesso esplicito – raccontare una storia più o meno lineare (quantomeno nei primi 30-40 minuti) e, soprattutto, i dialoghi sono abbondanti e un minimo curati. La star femminile è qui Tabatha Cash, anch'ella in auge nel cinema a luci rosse di quel periodo. Inutile soffermarsi ulteriormente, se non per segnalare che la regia viene attribuita a un tandem composto da Joe D'amato e Luca Damiano, pseudonimo utilizzato da Franco Lo Cascio nel porno. 1/10.
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