Regia di Santosh Sivan vedi scheda film
Qualcuno dovrebbe decidersi a comprare e distribuire, con sottotitoli, il secondo film di Santosh Sivan, lo splendido “Asoka”, presentato allo scorso Festival di Venezia. “The Terrorist”, ispirato agli avvenimenti che hanno portato all’assassinio del primo ministro indiano Rajiv Ghandi, è l’opera d’esordio di Sivan, e convince meno. Partecipe resoconto della preparazione di una bomba umana -ovvero Malli, terrorista destinata a farsi esplodere di fronte a una personalità politica che intralcia l’affermarsi del movimento rivoluzionario - “The Terrorist” è una pellicola dai colori violenti, girata con un bell’occhio per la composizione dell’inquadratura, il fuori fuoco e lo spazio della messinscena. Ma dopo un inizio teso, tutta la parte in cui Malli risiede nella casa aspettando che arrivi il giorno dell’azione, tra sguardi nel vuoto, ansia, attese, risulta ripetitiva, un po’ noiosa e poco incisiva. Sivan dimostra di conoscere le armi del montaggio (si vedano alcune sequenze nella stanza di Malli, piena di volti che “guardano” da fotografie appese al muro), meno i tempi, gli equilibri e il flashback. In ogni caso, un lavoro che merita rispetto pur nei suoi difetti, e che adesso ci punge non poco sul vivo.
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