Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Una delle più scialbe commediole (lievemente) erotiche che in quegli anni andavano per la maggiore nel nostro cinema. Mancano i 'mattatori' (i Vitali, i Banfi, i Carotenuto: qui abbiamo solamente Dufilho che tenta disperatamente di imitare sè stesso nello squallido personaggio - fresco reduce di una buona accoglienza al botteghino - del colonnello Von Buttiglione; e al suo fianco c'è Ric, insolitamente capellone e senza Gian) ed il centro dell'attenzione sul versante sexy è tutto puntato su Gloria Guida, che non fa altro che vestirsi e rispogliarsi e rivestirsi per l'intera durata della pellicola. La dozzinale sceneggiatura è di Fernando Popoli (anonimo come le poche cose da lui fatte per il cinema) e del regista, un mestierante non fra i peggiori, ma comunque dalle possibilità limitate: provò a cimentarsi con quasi tutti i filoni del 'genere' (commedia erotica-demenziale come qui, ma anche poliziottesco, peplum, spaghetti western) riuscendo a risultare inavvertito ovunque. Musiche allegrotte e marcette di quelle che il maestro Pregadio (poi celebre con la Corrida in tv) sapeva licenziare. 1,5/10.
La moglie tradisce il marito e la figlia, venendone a conoscenza, ricatta la madre per ottenere il permesso di andare a Londra.
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