Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Quella che apparentamente potrebbe sembrare una pacchianata di quelle che solo certi peplum di serie C potevano mettere in scena, in realtà non è poi così "incredibile". Il personaggio di Maciste nasce infatti come invenzione di pura fantasia con il kolossalone "Cabiria" del 1914 e anche se molti pepli degli anni '60 lo hanno collocato spesso in una non meglio precisata antichità classica, in realtà già durante il periodo del cinema muto Maciste lo si poteva ritrovare in ogni tempo e in ogni luogo (basta pensare a titoli come "Maciste alpino" del 1916). Non siamo quindi precisamente nell'ambito di cose come "Sansone contro i corsari" o "Ercole sfida Sansone", perchè Maciste era il forzuto atemporale e aspaziale per eccellenza, caratterizzato solo dal suo essere l'eroe al servizio dei giusti che rifiutava ogni compenso per i suoi servigi (e infatti il delizioso "Ercole, Sansone, Maciste e Ursus gli invincibili" (1964) parodierà il personaggio- interpretato lì da un bel Howard Ross - facendogli ripetere sempre "niente mercede, niente mercede").
Chiarito dunque il fatto che Zorro poteva benissimo incontrare Maciste nel mondo di fantasia del cinema, veniamo all'antefatto della trama. Alla morte del padre le due principesse sue figlie vogliono entrambe salire al trono. La bionda (quindi "buona" come tradizione peplum vuole) Isabella /Maria Grazia Spina sa che con ogni probabilità è lei la prescelta nel testamento del padre, la bruna (e quindi "cattiva) Malva/Moira Orfei dovrà dunque impossessarsi di quelle carte per modificarle a proprio favore. Per raggiungere i propri obiettivi una ingaggia Maciste, l'altra...Zorro. Che la sfida abbia inizio!
Una storia che potrebbe sembrare strampalata si rivela invece intrigante, coinvolgente e divertente, due spanne sopra quelle, così ripetitive, di molti altri pepli (perchè anche se non siamo nell'antichità classica sempre di un peplum in senso lato si tratta). E non mancano neanche piacevoli momenti di auto-ironia e un finale tanto ovvio quanto carino. :)
Il film è anche ben recitato, in modo più sciolto e meno teatrale dei pepli di ambientazione greco-romana. E poi c'è Alan Steel, il mio favorito tra i forzuti degli anni '60, perchè il nostro Alan "d'acciaio" oltre a essere beefcake di prima categoria era uno dei pochi muscolosi che sapeva anche recitare, il più convincente e sciolto nelle scene d'azione, il più credibile in quelle di dialogo.
Puro intrattenimento, ma da 4.
un gran bel pezzo di carne e sicuramente uno dei migliori, se non il migliore, a livello recitativo tra i forzuti che si sono disfidati a suon di pettorali nei primi anni '60.
sarà camp dirlo, ma oh, in questi ruoli non era mica male!
molto gradevole nel suo ruolo
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